Pietà filiale – 孝顺

La “pietà filiale”, in Cina, è una delle virtù cardinali alla base della buona condotta. Esiste un testo che ne riassume le caratteristiche principali, il classico del rispetto filiale:  孝经.

La traduzione può trarre in inganno, facendo coincidere il carattere cinese 孝 (xiào) con la pietas di derivazione latina, che primariamente indica un sentimento di partecipazione e solidarietà nei confronti della sofferenza e del dolore altrui. Le emozioni più legate alla pietas sono la compassione, la misericordia e il compatimento.

孝, in cinese, possiede un’accezione dalla diversa sfumatura, che parte dall’amore e sfocia nel campo del rispetto, prendendo forma concreta in un codice standardizzato di comportamento. Una sorta di etica dell’agire.

孝顺 è composto da due caratteri distinti:

  • 孝 (xiào): è composto nella parte superiore da 老(lao), anziano, e in quella inferiore da子(zi), bambino; come se ci fosse una scala gerarchica che indica i livelli di importanza tra le generazioni.
  • 顺 (shùn): verbo che significa obbedire, seguire.

Nei testi classici delle varie epoche, 孝 viene spesso associato ai caratteri  享(xiang), 食 (shi), yang (養), rispettivamente presentare offertecibonutrire, come per sottolineare il legame tra pietà filiale e necessità di sostentamento e accudimento dei genitori o degli anziani di famiglia.

Una forma di cura.

L’affetto si esprime con deferenza e devozione, prendendo a modello coloro che hanno dimostrato una condotta irreprensibile, facendo il possibile per onorare la loro memoria e continuare la loro opera. Il rispetto è il fondamento del sistema valoriale che regola sia i rapporti familiari che le relazioni sociali. Qualità distintiva dell’uomo è il bene, che trova espressione massima nell’amore verso i propri familiari. I rituali di condotta sviluppatisi negli anni sottolineano l’importanza di un comportamento caratterizzato da decoro e decenza, ricordando l’onore per la sapienza e la memoria sia dei vivi che dei defunti.

L’ambito semantico si è ridefinito nel corso degli anni, arrivando persino ad essere codificato per legge: la legge colloquialmente detta xiao falü (legge sulla pietà filiale) è la legge che regola il rispetto filiale. Entrata in vigore il 1° luglio 2013, è un adeguamento normativo ritenuto indispensabile per affrontare le questioni di ordine sociale legate all’invecchiamento della popolazione. In breve, nella legge sono indicate le prescrizioni di cui devono farsi carico i figli nella cura degli anziani.

Nel testo di legge non si parla soltanto di necessità di ordine economico (mangiare, acquistare beni, sostenere spese), ma anche di benessere psicofisico, ampliando i doveri a suggerimenti e consigli riguardanti la cura affettiva. Numero di visite, supporto emotivo e sostegno relazionale rientrano a pieno titolo nei doveri verso gli anziani.

Niente di innovativo rispetto a quanto si tramandava nei classici confuciani o semplicemente per tradizione culturale tra una generazione e l’altra.

È significativo che, di recente, si sia sentita la necessità di fare una campagna mediatica, promulgare una legge e promettere agevolazioni. Come se il rispetto e la pietà filiale non fossero più dati per scontati, ma fossero uno dei tanti comportamenti considerati tipici del “ben agire”.

C’è chi pensa che sia fuori luogo imporre dei vincoli su un ambito che dovrebbe essere governato dal sentimento, dalla morale e dall’educazione, più che da un regolamento pubblico e dei codici normativi. È legittimo attribuire valore giuridico (con annesso sistema premiale-punitivo) ad una virtù che dovrebbe sgorgare dal cuore?

Il rispetto, l’obbedienza e la cura non sono esprimibili in comportamenti rigidi e immutabili, ma si coltivano con e per gli individui. Di conseguenza la caratteristica fondamentale è la flessibilità.

È innegabile che la società contemporanea sia diversa da quella antica: sia la struttura della famiglia che gli impegni lavorativi delle persone si sono modificati e questo ha influenzato anche le modalità di elargizione di tutto quel che è legato alla sfera della cura. Meno figli, aspettativa di vita più lunga, distanze geografiche e difficoltà economiche hanno reso più gravoso per gli eredi il farsi carico delle generazioni più anziane.

Ritenere necessaria una legge a riguardo è forse discutibile, anche se un ripensamento di prassi tradizionali sarebbe auspicabile vista l’evoluzione del modello familiare. Nonostante la spinta del governo nel voler regolamentare i rapporti familiari, per ora non sono previste sanzioni a chi non rispetta i dettami dell’agire filiale. Sintomo del fatto che la coercizione non risulta la via più praticabile ma che l’educazione e la trasmissione di valori possano invece essere molto più efficaci?

Negli anni a venire si potrà verificare se il vecchio motto 亲尝汤药 (assaggiare la medicina dei propri cari) avrà ancora valore di per sé oppure se dovrà diventare parte integrante della normativa.

荣 晶 玲

Immagine: uno studio grafico sulla pietà filiale nei confronti dei genitori. Fonte: qua, modificata