Numeri “eroici” sul Coronavirus

L’epidemia del virus COVID-2019 è partita inizialmente da Wuhan e poi si è estesa al resto della Cina e del mondo. I rapporti tra le persone nelle zone più colpite sono fortemente limitati, sia esplicitamente dalle autorità che dalla prudenza individuale.

Gli abitanti di Wuhan, che più di tutti gli altri soffrono le limitazioni al movimento e alle interazioni sociali, sono anche quelli che per primi hanno cercato forme di comunicazione di vicinato secondo canali reali e non solo online, come dimostrano i numerosi episodi di incitamento collettivo “Jiayou!” (“forza!”), gridati dai balconi.

In questo quadro, mentre in molti si documentano sulle conseguenze consultando le cifre dell’epidemia, spesso vengono pubblicate delle infografiche dal tono patriottico e vagamente retorico che sottolineano l’eroicità dei vari partecipanti ai soccorsi, sia da parte del personale medico che da parte dei cittadini. Il taglio è epico, specialmente visto che la lotta contro il virus e il suo impatto sulla popolazione viene considerata e raccontata come una “guerra” che impegna tutto un popolo.

In questa fase molti mezzi di comunicazione enfatizzano i gesti e le notizie che possano rinsaldare la coesione nazionale, e d’altra parte molti cittadini si stanno effettivamente adoperando per alleviare in qualche modo, anche creativo, i disagi dovuti all’impossibilità di condurre una vita normale.

Da qualche giorno circola quindi su internet una raccolta di immagini sul tema della lotta al virus costituite da un numero scritto a caratteri cubitali, corredato da una grande foto di vari gesti a qualche titolo eroici e dalla spiegazione del senso del numero. Eccone alcuni.

  • 500 mascherine consegnate da un fattorino di poche parole, lasciate in tutta fretta ma con grande senso di responsabilità presso una stazione di polizia.
  • 1300 km percorsi alla guida di un camion per consegnare 100 tonnellate di verdura fresca, anche qua un gesto di un cittadino particolarmente sensibile al bene comune.
  • 18 metri, la lunghezza di una corda dalla quale gli abitanti di un palazzo hanno consegnato agli agenti di polizia dei pasti preparati da loro. il tema è sempre quello della solidarietà senza contatto diretto. Nella foto compaiono anche i vari agenti e la scritta “Grazie a voi!”
  • 7500 yuan: un operaio che ha partecipato alla frenetica costruzione del celebre ospedale Huoshenshan di Wuhan, non appena ha riscosso la sua paga ha deciso di utilizzarla per comprare immediatamente del latte da regalare al personale medico e paramedico dell’ospedale appena aperto.
  • 500 bicchieri di una bevanda al latte, pagati da vari internauti e anche questi consegnati al personale dell’ospedale.
  • 5606 degenti non gravi ricoverati nei vari ospedali provvisori, che nel tempo non impiegato per le cure si dedicano a varie attività come i balli di gruppo, ma anche a leggere, studiare. Molti ospedali provvisori, specialmente quelli ricavati dalla conversione di preesistenti impianti sportivi, hanno ampi spazi vuoti che vengono utilizzati per attività diverse tra le quali i balli di gruppo, che peraltro hanno una solida tradizione specialmente tra gli anziani.
  • 495 yuan, una piccola ma significativa donazione, fatta da una bambina di 10 anni sacrificando un salvadanaio a forma di paperella gialla.
  • 1000 tra medici e infermieri grati per il supporto ricevuto da un singolo fattorino addetto alle consegne a domicilio; questo fattorino per sopperire alle tante richieste non torna a casa da 22 giorni, ed è persino riuscito anche a coinvolgere altri 30 volontari in una staffetta delle consegne. L’approvvigionamento di cibo e beni di prima necessità è sicuramente una delle preoccupazioni più sentite a Wuhan, dove gran parte delle attività commerciali e relazionali sono state sospese.
  • Un milione di bambini delle scuole elementari e medie, tenuti a frequentare le lezioni che per il momento possono essere soltanto online. Nell’immagine si vede un bambino che non tralascia il saluto alla bandiera (trasmesso online) nemmeno nel momento più complesso dell’epidemia.

Il senso generale della rassegna è riassunto dal motto “1,4 miliardi di persone stanno lottando, ma ognuno di voi conta”.

Immagine: un posto di controllo all’ingresso di un condominio di Wuhan. In ingresso e in uscita bisogna registrarsi, e l’ingresso è vietato alle persone con temperatura corporea anomala. Fonte: qua, modificata.