Attendere – 等待

Attendere qualcuno.

Essere stanco di attendere.

Attendere una risposta.

Queste sono soltanto alcune tra le espressioni quotidiane all’interno delle quali compare la parola attendere.

A questo verbo si abbina solitamente l’atto di aspettare. Fermarsi in attesa che qualcosa avvenga. Un lasso di tempo in tensione verso un futuro in creazione.

Questa accezione è sinonimo del verbo aspettare, ovvero l’essere rivolti con mente e corpo verso una persona che sta per arrivare o un evento che sta per succedere.

Di recente, non vissuta come la migliore delle cose che possano capitare, l’attesa pare essere spesso uno sforzo da affrontare con impegno ed energia, come se fosse essa stessa un’azione da compiere e non un tempo da esperire.

Fermarsi alla cassa di un supermercato attendendo il proprio turno, stare alla fermata del bus in attesa, arrivare per primi ad un appuntamento e aspettare un amico possono scatenare ansia e tensione, per il solo fatto di essere in un tempo che non ha una sua connotazione presente, se non in relazione a un qualcosa di futuro. Che sta, si spera presto, per prendere forma.

Il lasciar fluire gli eventi, e considerare che serve del tempo perché questo accada, è nuova fonte di preoccupazione dei tempi moderni, dove sembra non esserci spazio per l’attesa.

Dove il vuoto, o meglio il necessario affinché qualcosa possa compiersi è ritenuto superfluo, da eliminare. Come se tutto potesse nascere e formarsi in men che non si dica. E il tempo andasse riempito in ogni istante, senza buchi o interruzioni.

Ma in questa corsa frenetica, si è persa l’altra accezione del verbo attendere, quella più arcaica.

Attendere contiene nella sua radice latina ad-tendere, ovvero l’idea di rivolgere l’attenzione verso, di dedicarsi a, badare a.

Nelle frasi Attendere ai propri doveri Chissà cosa mi attende, è implicita una direzione al futuro, ad un movimento, non ad una stasi.

L’attesa è di conseguenza interpretabile non come un punto morto ma come un passaggio, in vista di una nuova strada. Il porre l’attenzione verso qualcosa o qualcuno, dandole importanza e significato.

In cinese la parola più utilizzata per definire il verbo attendere è 等待(děngdài):

  • 等 – děng: classificazione, tipologia (sostantivo); aspettare (verbo)
  • – dài: trattare, avere a che fare con, intrattendere, aspettare

Soprattutto il verbo 等 (děng) si ritrova in quei composti che hanno a che fare con il tempo di attesa.

Mentre 待 (dài) compare in abbinamento ad altri caratteri che pur restando nell’ambito dell’attesa, sfiorano il campo semantico della cura e dell’attenzione.

In particolare nel verbo 期待 (qìdài), di frequente usato con l’accezione di aspettare, dove compare il carattere  期 (qì) (letteralmente “periodo di tempo”), è sottolineato, in chi sceglie di usarlo, un’aspettativa di fondo, una carica spesso emotiva, che va oltre il semplice misurare il tempo che sta passando prima dell’accadimento di qualcosa.

L’attesa che si fa aspettativa diventa fucina di pensieri e desideri riguardo la situazione in divenire. Di conseguenza, da spazio vuoto, teso e da riempire, può trasformarsi in contenitore da svuotare o confermare a evento accaduto.

Andrebbe forse rivalutato quello scorrere di minuti nel quale nasce e si plasma uno spazio creativo in cui immaginarsi quel che verrà? O andrebbe semplicemente accettato quell’insieme di momenti come parte integrante del risultato stesso dell’attesa?

Non far dipendere tutto dal domani, ma partecipare a quel che ancora si sta generando, questo potrebbe essere il dare un senso all’azione di attendere.

Immagine: un’illustrazione del film del 2003 “向左走向右走”, che racconta la storia di una lunga attesa prima di un incontro romantico. Fonte: qua, modificata.