Il Palazzo della Primavera a Quzhou

La religione tradizionale cinese, basata sul culto degli antenati e su un articolato complesso di dei ed eroi è ormai quasi dimenticata, tuttavia alcune tracce sono rimaste in certe abitudini o nel linguaggio, che in vari modi di dire fa riferimento a divinità o altre figure mitologiche. Anche il territorio conserva delle testimonianze di una religiosità che in qualche modo si cerca di conservare come patrimonio culturale a rischio di scomparsa.

Uno degli esempi di conservazione e di buona vitalità delle tradizioni è il palazzo della Dea della Primavera a Quzhou nello Zhejiang. Si tratta di un tempio situato nei pressi del villaggio di Jiuhua originariamente dedicato al culto degli antenati; oggi è ormai l’unico tempio della Primavera che rimane nello Zhejiang, e l’unico in Cina ad essere conservato del tutto integro.

Al tempio è legata una tradizione locale: ogni anno, all’inizio della primavera (secondo il calendario lunare) vengono celebrati dei riti propiziatori per accoglierla. La tradizione è molto antica e solenne, e per l’occasione si svolgono diverse attività dal carattere sacro o profano, come le passeggiate nei prati, la raccolta dei fiori, spettacoli teatrali a tema e altre attività come degli spettacoli in costume da divinità e altre cerimonie associate alla civiltà agricola di un tempo.

Il tempio stesso ha una complessa struttura: costruito nel periodo Ming e Qing, è stato restaurato una prima volta nel 1933; è suddiviso in un padiglione anteriore che ospita un palcoscenico di quasi 100 mq, un corpo centrale, un padiglione est e uno a ovest. La superficie complessiva è di oltre 700 mq . Sulla trave maestra vi sono raffigurati due dragoni che volano, e gli ambienti interni sono riccamente decorati, principalmente con dei motivi a croce, ma le raffigurazioni includono anche figure umane, animali, fiori e alberi.

L’interno del tempio è consacrato a Goumang (句芒): era la divinità della Primavera e dell’agricoltura, dal corpo di uccello e volto umano, figlio del rettore del Cielo Occidentale; presiedeva allo sviluppo delle piante e governava la zona da cui sorge il sole. Le informazioni sul culto di questo dio provengono soprattutto da documenti storici di età pre-Han, nei quali era presentato come vestito di bianco, cavalcante due dragoni e in mano un compasso; era considerato il protettore dello sviluppo della natura e del benessere umano. Goumang presiedeva all’abbondanza di cereali e di cibo, garantendo la sopravvivenza del popolo; era anche dio della ricchezza materiale dello Stato, in una visione più politica; assicurava inoltre longevità, rappresentando così una divinità di primaria importanza, riverita e invocata per richiedere benessere, ricchezza e lunga vita.

La festa dedicata al dio della primavera si svolge durante il periodo di “Inizio di primavera”, momento dopo il quale, secondo il calendario tradizionale, tutta la natura si risveglia dopo il torpore dell’inverno. Questo periodo, situato ai primi giorni di febbraio, ha una giustificazione astronomica, ed è stato individuato già durante il periodo degli Stati Combattenti, dal VII al III secolo avanti Cristo, quando le conoscenze astronomiche e sul mondo agricolo e naturale avevano permesso di individuare 24 periodi annuali, ognuno con le sue caratteristiche. In questo ciclo le celebrazioni per la primavera erano particolarmente importanti, e davano luogo a numerosi riti.

Alcuni di questi sono ancora vivi nella contea di Quzhou: nei giorni che precedono l’inizio della primavera vengono aperte le porte del tempio per accoglierla, vengono allestiti dei tavoli addobbati solennemente, con calligrafie augurali e offerte alimentari di vario tipo, come riso, tè verde, incenso, pinoli, verdura, piante augurali e bambù, a simboleggiare pulizia, maturazione e abbondanza. Al momento dell’arrivo della primavera si fanno scoppiare dei petardi e si dà avvio alle celebrazioni, con canti, musica e numerosi spettacoli teatralie sfilate. Gli attori e i figuranti e anche delle grandi marionette sono abbigliati con i costumi di Goumang ma anche di draghi e altre creature mitologiche danzanti.

Una delle altre attività dall’origine più antica si chiama “frustare la mucca”, e consiste nel frustare tre volte una mucca votiva realizzata con la cartapesta o della paglia. La nascita di questo rito risale a prima della dinastia Han: durante le feste che coincidevano con la fine dell’anno anche i lavori agricoli erano interrotti per alcuni giorni. Con l’arrivo della primavera i contadini dovevano riprendere il lavoro aiutati dalle mucche nelle operazioni di aratura. Per celebrare la ripresa del lavoro si iniziò a inscenare il momento in cui ci si rimetteva al lavoro, simboleggiato da una mucca (inizialmente autentica) che veniva spronata in questo modo.

Col passare del tempo la mucca viva fu rimpiazzata da una versione in argilla: questa veniva aperta, e dei dolciumi posti al suo interno venivano distribuiti ai bambini presenti. La cerimonia di solito prevedeva che un anziano designato o un notabile locale, in costume dal dio Goumang, colpisse la mucca di carta per tre volte. Ai bovini è legato anche un almanacco che veniva consegnato di casa in casa, illustrato con un’immagine della mucca condotta da Goumang e contenente varie informazioni di carattere agricolo e astrologico.

Altre usanze di Quzhou sono le passeggiate in campagna e la raccolta di fiori ed erbe selvatiche con le quali realizzare piccole composizioni floreali, tutte attività apprezzate in particolare dagli abitanti delle città vicine, che approfittano della festa per passare una giornata all’aria aperta e mangiare il “piatto di primavera”, a base di semplici verdure. Dei rametti di salice e bambù vengono intrecciati a formare delle corone, che vengono poste sul capo dei bambini per augurare loro buona salute.

Anticamente l’esibizione più attesa da grandi e piccoli era lo spettacolo teatrale propiziatorio con il quale si rendeva omaggio alla divinità, e che durava tre giorni e tre notti. Anche questo tipo di spettacolo ha subìto una lunga evoluzione, adottando nei secoli stili diversi. Inoltre, in occasione della fiera si possono gustare specialità tipiche: la principale è una zuppa di riso a base di germogli di bambù, carne e altre vedure in brodo; alle pareti interne della pentola si attacca della farina di riso che sarà poi lasciata cadere nella zuppa a cottura ultimata.

La storia del tempio e dei riti connessi alla primavera ha interessato gli storici locali, che ne hanno ricostruito le origini: quello che originariamente era un altare per i riti ancestrali è stato ben presto utilizzato per celebrare i riti di inizio della primavera, che si andavano diffondendo anche nella direzione dei bacini dei grandi fiumi. Durante la dinastia Tangsul monte Qitian cominciarono a sorgere diversi luoghi di culto buddisti, e la costruzione proseguì anche durante le dinastie Ming e Qing.

Secondo gli studiosi locali i riti di Quzhou rappresentano un importante lascito storico, e propongono di richiederne l’inclusione tra i patrimoni orali e immateriali, sperando sia un ritorno turistico ed economico, ma anche una loro preservazione.

Immagine: alcuni bambini in costume tradizionale mentre frustano la mucca primaverile. Fonte.