Mucche gialle

L’espressione cinese “mucche gialle” si riferisce a quelle persone che vendono illegalmente merce di varia natura, ma soprattutto biglietti di treno, ma anche di manifestazioni sportive o musicali. In italiano si può tradurre come “bagarini”. La natura illegale di questa attività è ancora più evidente quando i biglietti venduti sono falsi o contraffatti.

Il modo di dire “mucca gialla (huangniu, “黄牛” oppure “黄牛党”) ha origine nella Shanghai del periodo coloniale, e inizialmente riguardava alcuni avvocati che continuavano a svolgere attività professionale nonostante le autorità occupanti avessero ritirato loro la licenza. Inizialmente l’espressione non aveva tutta la connotazione negativa attuale, e indicava anche piccoli venditori al dettaglio. Verso la fine dell’800, con la progressiva trasformazione della società antica in quella dei consumi, il fenomeno si intensificò nelle città più sviluppate, come appunto Shanghai e Pechino: si trattava di persone senza altra professionalità, che compravano beni di consumo e li rivendevano in modo informale, spesso da ambulanti.

La tipologia di merci in vendita, rispondendo ai bisogni dei clienti, rappresentava uno spaccato della società: prima della Liberazione le “mucche gialle” vendevano oro, durante il periodo della Rivoluzione Culturale vendevano macchine da cucire, biciclette, televisori e biglietti di vario genere. Durante gli anni ’80 le merci vendute erano per lo più biglietti di cinema e treno.

Attualmente invece le attività dei venditori abusivi sono soprattutto la vendita di biglietti dei treni nei periodi di punta, oppure l’accaparramento di beni esistenti in quantità limitata, che vengono poi rivenduti a prezzo maggiorato. Dal punto di vista degli studi economici, la loro funzione è quella di far incontrare domanda e offerta di beni o servizi tramite canali alternativi a quelli ufficiali o monopolizzati dalle autorità preposte, e ad un prezzo che oscilla rispettando le leggi dell’economia di mercato. Per esempio, nel caso di eventi sportivi, molti biglietti vengono distribuiti gratuitamente a giornalisti o personalità influenti dagli organizzatori, ma non sempre vengono utilizzati realmente. Rivenderli rende nuovamente disponibile un bene altamente richiesto.

Negli ultimi anni i bagarini hanno risposto ad alcuni bisogni in termini di servizi, come quello dei “codisti”, le persone che a pagamento aspettano il turno al posto del committente. Il luogo più tipico nel quale incontrarli sono gli ospedali, in quanto essi sono in grado di evitare (in modo fraudolento) le lunghe attese normalmente previste per gli altri pazienti o di assicurare al committente di essere visitato da medici altrimenti non disponibili.

In casi analoghi, come illustra un’infografica di Baidu, la mucca segue il disbrigo di pratiche burocratiche come le revisioni delle automobili, o le formalità per il cambio di residenza. Si tratta di procedure nelle quali districarsi non è sempre facile, ma che le mucche gialle conoscono bene e risolvono in breve tempo anche grazie alle loro conoscenze personali (il guangxi). Il caso limite è rappresentato da faccendieri che riescono ad ottenere per i clienti servizi altrimenti inaccessibili perché illegali o perché concessi solo in casi particolari.

Nel caso della vendita di falsi biglietti del treno, il singolo venditore è affiancato da una rete di professionisti della truffa, come i programmatori di software che perlustrano i siti ufficiali per accaparrarsi online i pochi biglietti disponibili. Tra le attività connesse (anch’esse illegali) che si sviluppano anche su internet, c’è anche la possibilità di prenotare i biglietti con un anticipo maggiore dei 60 giorni effettivamente in vigore o di poter ottenere un rimborso oltre il tempo massimo. Questi servizi, in costante crescita, possono fruttare fino a diverse migliaia di Yuan al mese.

Se queste figure hanno un livello di specializzazione elevato, in genere la prima linea, a contatto con gli acquirenti, è affidata a persone senza professionalità, come i lavoratori migranti, i disoccupati, o i pensionati. Identificarli è facile: di solito vestono in modo molto semplice e aspettano seduti su piccoli sgabelli pieghevoli. I guadagni sono piuttosto magri, anche perché i giorni in cui si può realizzare un qualche profitto sono solo quelli che prevedono spostamenti di massa, come il Capodanno o altri periodi analoghi. Inoltre le loro attività sono spesso interrotte dalla polizia, e quindi il tempo “lavorato” non è molto.

Data l’imponenza del fenomeno, nel 2012 è stata avviato un sistema che prevede biglietti nominali, rendendo quasi inutile lo smercio di biglietti di treno. Tuttavia le capacità di contraffazione nel frattempo si sono evolute nel furto informatico di identità. In ogni caso, nonostante lo sforzo delle autorità per impedire il fenomeno, ogni anno i venditori arrestati dalla polizia sono migliaia. In base alla legge le punizioni sono lievi, in quanto prevedono la detenzione fino a 15 giorni e un’ammenda fino a 1000 Yuan, ben poco per agire da deterrente.

Le soluzioni per affrontare il problema, si sostiene nell’infografica, sono da ricercarsi nel contrasto diretto da parte delle forze dell’ordine, ma soprattutto in una riforma del quadro economico, rendendo le transazioni più trasparenti e abolendo i vari monopoli di produzione e vendita che ancora in Cina zavorrano il sistema economico.

Immagine: uno speculatore acquista grandi quantità di merce a basso prezzo, poi la rivende a prezzo maggiorato in un periodo (la “festa dei single”) in cui però i negozi ufficiali praticano rialzi ancora maggiori. Fonte.