Domande sulle modalità di vaccinazione in Cina

Nel corso degli ultimi mesi la Cina ha sviluppato e messo a disposizione dei cittadini, prima in modo mirato e sperimentale, poi via via in modo più esteso, il vaccino contro il SARS-CoV-2 (e quindi contro quello impropriamente detto “coronavirus”) sviluppato dalle sue case farmaceutiche, a partire dall’azienda nazionale Sinopharm.

Lo scorso 19 dicembre, all’avvio di un primo turno di vaccinazioni di massa, il sito centrale del governo ha pubblicato una serie di domande e risposte per guidare i cittadini a chiarire i dubbi più comuni.

Viene quindi spiegato che questa prima tornata di vaccinazioni su scala nazionale viene svolta in due fasi. Durante la prima fase (prima della commercializzazione) viene data priorità a delle categorie come gli addetti alla catena del freddo nel settore delle importazioni, alle ispezioni e quarantena delle dogane, ai trasporti navali e aerei, ai lavoratori dei mercati di cibo fresco, al personale sanitario e di pubblica sicurezza e a studenti e lavoratori in partenza per Paesi ad alto rischio di contagio.

In una seconda fase, dopo l’autorizzazione al commercio o il ritmo di produzione diventasse più elevato, saranno effettuate più inoculazioni. A quel punto si procederà in ordine di categoria, dando priorità agli anziani e alle categorie a rischio e velocizzando il processo quanto possibile.

I centri vaccinali saranno organizzati presso i centri servizi di igiene territoriali (urbani o rurali) o gli ospedali, e nei rispettivi luoghi sarà pubblicato l’ordine di vaccinazione, il luogo previsto e l’orario. Sarà possibile organizzare centri vaccinali temporanei, che rispetteranno i requisiti di quelli ordinari. In ogni caso per maggiori informazioni si dovrà fare riferimento alle autorità sanitarie locali di igiene e prevenzione anche tramite i siti istituzionali. Si raccomanda di attenersi a quanto disposto localmente per esempio su documentazione da portare con sé, dispositivi di protezione ecc.

Nel documento del 19 dicembre non veniva ancora precisata una data per le vaccinazioni di massa, ma si avvertiva che sarebbero iniziate una volta terminate le sperimentazioni di fase 3 e dopo aver ottenuto le varie autorizzazioni. Come ha poi precisato una nota del Consiglio di Stato pubblicata il 31 dicembre 2020, il vaccino cinese ha ottenuto il giorno precedente l’approvazione delle autorità sanitarie nazionali e internazionali (OMS) e l’autorizzazione al commercio, e sarà distribuito a tutta la popolazione gratuitamente.

Nell’informativa si legge dei più comuni effetti collaterali associati all’inoculazione, in genere lievi, e delle misure per fronteggiarli, sottolineando che la maggior parte delle reazioni avverse si manifesta entro 30 minuti, periodo nel quale è richiesto di rimanere in osservazione presso i centri vaccinali. Se si manifestano reazioni gravi si consiglia di chiamare i soccorsi medici o recarsi all’ospedale; in ogni caso in base alla legge è previsto un risarcimento a chi dovesse incorrere in effetti negativi.

A proposito di sicurezza il governo riporta che negli ultimi 7 mesi sono state inoculate un milione di dosi a volontari consapevoli e consenzienti appartenenti a categorie a rischio, senza effetti negativi importanti registrati. Il sistema statale di followup dei pazienti terrà comunque traccia di chi si è vaccinato per valutare la situazione a distanza di tempo. Tra i vaccinati, circa 60 mila sono andati all’estero in zone ad alto rischio infettivologico, ma non risultano casi di contagio.

La durata della copertura non è al momento nota, ma comunque supera i sei mesi come richiesto dall’OMS. Le attuali mutazioni del virus note non sembrano influire sull’efficacia del vaccino, che sembra essere efficace al 79,34%.

Dopo gli annunci ufficiali quindi a Pechino stanno iniziando le vaccinazioni di massa, e così anche il Centro di Pechino per la prevenzione e controllo delle malattie ha pubblicato il 2 gennaio scorso una sua pagina informativa.

Si informa quindi che sarà utilizzato un vaccino di tipo virus intero inattivato, ovvero un virus che con dei processi chimici o di altra natura perde la sua capacità di infettare e di replicarsi, mantenendo invece la capacità di arrivare la risposta immunitaria di chi lo riceve e la sua “memorizzazione” da parte del sistema immunitario. Si tratta di una tipologia di vaccino sicura, affidabile, tradizionale, di efficacia riconosciuta, il cui processo di produzione su larga scala è a sua volta maturo e rodato, e che risponde agli standard internazionali di sicurezza ed efficacia.

I centri vaccinali saranno di due tipi, presso i reparti ospedalieri di vaccinazione prevenzione e temporanei, organizzati in base alla situazione locale. Finora non è previsto un sistema di prenotazioni, saranno le autorità locali a prevedere modalità di accesso al vaccino. A chi deve viaggiare all’estero, e quindi può essere considerato prioritario, è consigliato di riferirsi a fonti ufficiali

Le categorie per le quali è sconsigliato il vaccino sono le donne incinte o in allattamento, persone che presentano febbre e sintomi influenzali, persone con deficit o disordini immunitari, persone con gravi patologie epatiche o renali, persone affette da ipertensione resistente ai farmaci, diabetici e pazienti oncologici.

Chi riceve il vaccino è tenuto a leggere e comprendere chiaramente il modulo di consenso e di rimandare la vaccinazione se le condizioni di salute non lo permettono. Le persone fuori dalla fascia di età 18-59 anni devono comunque attendere la pubblicazione di altri dati clinici che indichino se è possibile vaccinarsi.

Il vaccino viene inoculato in due dosi a distanza di 14 giorni con un’iniezione sul muscolo deltoide. Non è consentito utilizzare vaccini diversi nelle due inoculazioni nonostante i vaccini disponibili in Cina siano dello stesso tipo (a virus inattivato). In ogni caso dopo la somministrazione bisogna evitare di bagnare la sede dell’iniezione per tutta la giornata e monitorare per almeno un giorno le proprie condizioni di salute, e nel caso di comparsa di effetti indesiderati contattare le autorità sanitarie.

L’informativa spiega anche che l’obbligo di indossare la mascherina, lavarsi spesso le mani, arieggiare i locali e tenere la distanza rimane valido, in quanto nessun vaccino protegge al 100% l’individuo né tanto meno la comunità fino a quando non viene raggiunta l’immunità di gregge. Per lo stesso motivo può essere necessario sottoporsi a test dell’acido nucleico per dimostrare la propria negatività.

Immagine: una sala di un centro vaccinale nel quartiere di Xicheng a Pechino. Fonte: qua, modificata.