I vantaggi del terziario per chi decide di investire in Cina [Guest post]

Il Terzo Censimento Economico Nazionale lanciato dal Governo Cinese in collaborazione con il National Bureau of Statistics of China nel 2013 ha rivelato gli sviluppi dell’industria secondaria e terziaria del Paese durante gli ultimi anni ed inparticolare dall’inizio del 12° Piano Quinquennale cinese (2011-2015).

In particolare, il settore dei servizi ha costituito nel 2013 il 74.7% del totale delle industrie che hanno deciso di investire in Cina, occupando il 45.9% della forza lavoro totale del Paese. Il settore secondario invece ha ceduto il 25.3% rispetto al 2012, occupando adesso il 54.1% della forza lavoro del Paese (-3.5% rispetto al 2012). I dati indicano altresì che il contributo al Pil nazionale da parte del settore dei servizi è cresciuto costantemente da un iniziale 44.4% nel 2012 al 46.1% nel 2013 ed infine a circa il 48% nel 2014.

Il mercato del F2C (Farmer to Consumer) è cresciuto esponenzialmente come conseguenza del Broadband China Project del 2013, che ha portato allo sviluppo della copertura FTTH (fiber to the home) nel 95% della totalità delle zone rurali del paese.Ciò ha permesso al settore primario di raggiungere con più facilità i consumatori, escludento i costi logistici e di intermediazione.

Il Governo Cinese, di contro, ha beneficiato di un costo relativo ai beni primari di consumo al di sotto di determinate soglie, proteggendo le classi meno abbienti dalla crescita (sebbene controllata) dell’inflazione.

Sono molti i coltivatori che hanno creato un proprio account sulla principale piattaforma social cinese WeChat al fine di poter comodamente raccogliere gli ordinativi delle famiglie vicine alla propria zona di produzione. Oltre allo sviluppo dello slow food in Cina, questo modello di business è riuscito ad abbattereulteriormente i propri costi attraverso gli incentivi messi in atto nel 2013 dal National Development and Reform Commission nei confronti delle aziende che hanno adottato i richiesti standard di sostenibilità per investire in Cina.

Il mercato F2C è cresciuto di circa il 30% su base mensile grazie allo sviluppo di queste strategie di vendita e lo sviluppo dell’industria primaria è diventato una priorità per il Governo Centrale, che ha individuato nel settore uno dei principali motivi di crescita del proprio Pil.

All’interno del 12° Piano Quinquennale cinese è già stata sottolineata l’importanza del settore dell’Information Technology e dello sviluppo dell’e-commerce. Si prevede che gli incentivi al terziario proseguano anche nel prossimo Piano e continuino a contribuire allo sviluppo del Pil del Paese. Per tale motivo il Governo includerà ulteriori tagli ai costi burocratici al fine di favorire un più agevole accesso al settore dei servizi.

Al fine di raggiungere questo livello di efficienza sarà necessario che il governo liberalizzi ulteriormente il mercato e garantisca maggiori incentivi per investire in Cina. Bisognerà in particolare focalizzarsi su una migliore allocazione delle risorse, sugli obiettivi di innovazione e su una più alta produttività.

In tal senso il Governo di Pechino dovrà cedere ulteriore spazio alla libera iniziativa economica, eliminando le barriere all’ingresso del mercato ed incoraggiando la competitività delle aziende nazionali.

Il censimento economico ha mostrato infine che, nel 2013, circa 7.85 milioni di PMI hanno operato nei settore dell’industria e dei servizi, per un contributo complessivo pari al 95.6% della totalità delle industrie che hanno deciso di investire in Cina ed un’occupazione pari al 50.4% della forza lavoro totale del Paese.

Nel 2015, il Ministero delle Finanze ha già eliminato 42 tasse amministrative relative al settore dei servizi per le PMI. Investire in Cina nel terziario ha permesso inoltre una storica crescita del settore primario e secondario e ci si aspetta che nei prossimi anni esso contribuirà per circa il 3.5% dello sviluppo economico del Paese.

Stefano Pierucci
Daxue Consulting – Shanghai

Immagine: le zone urbane cinesi maggiormente dinamiche per il mercato immobiliare cinese. Fonte.