Codice verde per passare

Nel primo periodo della pandemia da coronavirus, a febbraio 2020, uno dei problemi che si trovò ad affrontare la Cina, seguita dagli altri Paesi, è stato quello del tracciamento dei positivi, al fine di identificare altri probabili contagiati, focolai e – su scala maggiore – di arginare il propagarsi del contagio.

Il tracciamento può essere effettuato sulla base delle interviste personali ai positivi, ma questo metodo è debole in quanto fa affidamento alla memoria e alla buona fede del malato, e non riesce comunque a identificare i contatti occasionali, per esempio quelli avvenuti sui mezzi pubblici o in luoghi affollati.

Per questo motivo le autorità di quasi tutti i Paesi hanno cercato sin da subito altre soluzioni mediate dalla tecnologia, come le app per telefono cellulare. In Italia e in Occidente in genere queste app sono state lanciate all’inizio dell’estate 2020, solo dopo che Apple e Google hanno predisposto una piattaforma comune per implementare alcune funzioni sugli attuali cellulari, e dopo che i singoli governi approvarono le relative app. La funzionalità delle app occidentali è quasi solo quella di identificare e notificare automaticamente i contatti a rischio, visto che da sola non abilita o disabilita l’utente e cittadino all’uso di servizi di alcun genere.

In Cina invece, come in altri Paesi orientali (a partire dalla Corea del Sud) delle app analoghe sono state lanciate molto prima, e con una ulteriore finalità, quella di impedire all’utente potenzialmente contagioso di frequentare determinati luoghi.

Diversamene dalle app occidentali che non prelevano o trasmettono informazioni personali, le diverse app cinesi si interfacciano con le autorità pubbliche e richiedono nome e cognome, numero di carta di identità, numero di telefono e posizione. Questa tipologia di app utilizzano quindi le informazioni sulla salute, lo storico degli spostamenti, il luogo di residenza, eventuali contatti con persone positive o sospette (anche inseriti manualmente dall’utente, come mostra il tutorial) per stimare il rischio che il cittadino sia malato o contagioso.

In base a questa valutazione le app visualizzano una schermata verde, gialla o rossa e un codice QR da esibire a richiesta, che esprime il probabile rischio infettivologio della persona e la sicurezza dell’interazione con essa, ed è utilizzata essenzialmente come un lasciapassare digitale. Per quanto esistano diverse app analoghe, la maggior parte è strutturata in modo simile alla prima che è stata lanciata, quella di Hangzhou, il cui nome riflette il suo scopo primario: “健康码” (la versione inglese è “Health Code”, “codice della salute”).

Un precursore della app di Alipay era una app simile realizzata da Alibaba per uso aziendale; in seguito le autorità governative della città di Hangzhou, considerando le necessità sanitarie ed economiche, decisero di coinvolgere Alipay e Dingding (un’altra app di Alibaba per le videochiamate) per presentare l’attuale app. La app analoga sviluppata da Tencent fu presentata poco tempo dopo.

Le prime adozioni risalgono ai primi giorni di febbraio inizialmente a Shenzhen e Hangzhou, città che pur essendo lontane da Wuhan, luogo di irradiazione della pandemia, stavano cercando strumenti per limitarne l’impatto sull’economia e sulla salute pubblica. In pochi giorni, per metà febbraio, il sistema fu esteso a gran parte dello Zhejiang, e subito dopo Alibaba adattò la app per renderla funzionante a livello nazionale.

All’inizio di aprile 2020, al proliferare di diverse versioni dell’app adottate dalle varie amministrazioni a livello di città o provincia, l’Autorità per la regolazione del mercato pubblicava uno standard nazionale a cui conformarsi in materia di modalità di funzionamento, e di raccolta, protezione, condivisione e uso dei dati personali. All’aprile 2020 le città che avevano adottato la app fornita da Alipay (piattaforma di Alibaba) erano oltre 200, mentre quella di Tencent copriva oltre 300 aree amministrative a livello di città o contea.

Inoltre anche la app 微信 (WeChat) ha pubblicato una versione del sistema in lingua inglese per i cinesi residenti all’estero e che programmavano di viaggiare in Cina. Questi erano tenuti a comunicare quotidianamente le proprie generalità e condizioni di salute durante i 14 giorni precedenti al viaggio; la comunicazione non puntuale o non veritiera comportava l’impossibilità di imbarco sui voli diretti in Cina.

Una volta che il sistema è entrato a regime, l’utente può scegliere la piattaforma dalla quale scaricare, installare e attivare questa tipologia di app; questa chiede l’autorizzazione alla raccolta dei dati, che vengono quindi trasmessi alle autorità statali. Nel caso di persone anziane o di minori, se questi non posseggono uno smartphone, non sanno usarlo o non possono usarlo (come all’interno di alcune scuole), è consentito usare un certificato cartaceo rilasciato periodicamente dalle autorità locali.

A seconda del colore e del corrispondente codice QR generato dalla app all’utente al momento della scansione in un luogo pubblico è consentito o meno il transito: il verde rappresenta naturalmente il profilo di rischio più basso, e consente all’utente di accedere a spazi pubblici, mezzi pubblici, uffici o attività commerciali. Il codice arancione segnala un rischio moderato, impedisce l’ingresso dell’utente e suggerisce la necessità di tornare al domicilio e isolarsi; il rosso – oltre a vietare l’accesso – impone all’utente di isolarsi e ricorrere immediatamente al consulto medico.

Il valore e le eventuali limitazioni derivanti dai tre colori mostrati dalla app possono differire a seconda del luogo o al variare della situazione pandemica. Mediante le analisi statistiche, la cronologia degli spostamenti e al grande numero di altri dati trattati dai server centrali è possibile ricostruire con precisione gli spostamenti individuali del cittadino.

Visto che la app è attivata in base all’identità dell’utente, è collegata alle banche dati sanitarie, e si può quindi usare per consultare gli esiti degli esami angtigenici o molecolari ai quali si è sottoposto l’utente. Si prevede che anche una volta terminata la pandemia questo sistema resterà in qualche modo in vigore per fornire altri servizi al cittadino.

D’altra parte l’implementazione di tale sistema, presentato come scientifico, preciso e sicuro, ha permesso che la vita sociale non venisse bloccata del tutto, sia durante il lockdown che nel periodo successivo. E nelle intenzioni del governo il “codice della salute” dovrà essere integrato in un sistema che comprenderà anche le piattaforme per il pagamento, la carta del cittadino e altre ancora. Lo stesso presidente cinese, Xi Jingping, ha proposto che il sistema venga adottato a livello internazionale per facilitare i viaggi e semplificare il dialogo tra sistemi sanitari dei vari Paesi.

I vantaggi nello studio epidemiologico e nella protezione della popolazione di un sistema di tracciamento accurato sono evidenti, tuttavia la grande quantità di dati raccolti determina un rischio rispetto alla protezione della privacy e ai diritti individuali, potendo peraltro essere considerata un mezzo di sorveglianza di massa. Per confronto, in Occidente i sistemi di tracciamento sono stati molto avversati da ampie fasce di popolazione, pur raccogliendo una varietà decisamente minore di dati.

In Cina stessa sono stati numerosi gli episodi in cui l’uso improprio o abuso dei dati ricavati dal “codice della salute” è stato alla base di controversie. In seguito ad alcune di queste, le autorità cinesi hanno precisato che la raccolta indiscriminata di dati non è autorizzata, in quanto – come descritto dalle leggi relative – danneggia i diritti dei cittadini.

Un altro movimento di protesta si è verificato sui social media di Hangzhou all’annuncio che i dati della app sarebbero stati integrati in un sistema più ampio di “punteggio sanitario” su scala cittadina; secondo molti utenti questo tipo di racccolta dati viola la privacy e potrebbe favorire le discriminazioni; i cittadini hanno criticato anche il coinvolgimento di imprese private nel trattamento di dati dei cittadini.

A gennaio 2021 ha iniziato a diffondersi una app civetta molto simile all’o Health Code, chiamata “健康码演示”, che mostra il colore desiderato dall’utente, crea un codice riconosciuto come valido alla scansione e mostra dati anagrafici predisposti dall’utente ma non veritieri. Questa app è considerata pericolosa in quanto manomette il funzionamento del sistema di tracciamento, permettendo a persone ad alto livello di rischio di circolare dove non è consentito. Pochi giorni dopo il suo esordio è stata cancellata dallo store per sospette attività illegali.

Visto che la app 健康码 non è ancora stata centralizzata, le singole amministrazioni possono implementare la propria, eventualmente aggiungendo funzionalità: per esempio a fine gennaio 2021 la app in uso nel Sichuan, “天府健康通” ha aggiunto la possibilità di includere un numero illimitato di familiari all’utente principale, semplificando le operazioni di registrazione speciamente per minori o persone, come molti anziani, poco abituate all’uso degli smartphone.

Immagine: un ragazzo scansiona il codice QR che attiverà la app Health Code, permettendogli di accedere alla sua scuola. Fonte: qua, modificata.