Accompagnare a scuola “alla cinese”

Genitori all'uscita dei figli a scuola in Cina

Il recente articolo sulle peculiari abitudini “alla cinese” ha spinto i giornali a una riflessione su alcune particolarità della cultura cinese contemporanea. Alcuni giornali hanno fatto il punto su un’altra caratteristica tipicamente cinese e delle sue implicazioni: accompagnare i figli a scuola fino a un’età decisamente grande.

Ecco un estratto di un articolo che ne parla.

Il momento dell’uscita dei bambini da scuola è un momento critico: davanti la scuola si radunano innumerevoli genitori, nonni, parenti, ognuno con i più fantasiosi mezzi di trasporto. La loro presenza, con qualunque condizione meteorologica, è più rumorosa e più invadente di un mercato.

I parenti, numerosi quanto i bambini, arrivano in macchina, in motore, ciclomotore elettrico, in bici, triciclo, quadriciclo, e aspettano accalcandosi e chiaccherando. A loro volta, i bambini, uscendo da scuola, sono accolti da una massa enorme di persone non meno vociante di loro, e faticano per ritrovare i parenti.

In questa calca, il rispetto del codice della strada e della buona educazione è ben poco rigoroso, e quindi ingorghi, litigi, e incidenti di varia natura sono all’ordine del giorno. E così anche l’usanza di lasciare e prendere i figli è stata descritta, con velata autoironia, nella declinazione “alla cinese”.

Il punto è: ma perché ci si ostina a lasciare e prendere anche studenti già abbastanza grandi da potere essere autonomi? Una delle risposte possibili, data dalla signora Xu di Nanjing è che questi ragazzi sono tutti “figli unici”, e vengono giustamente trattati con la massima prudenza possibile, specialmente se la strada fino a casa espone i bimbi ai rischi di un traffico caotico, di ladri e malfattori, e di attività commerciali di dubbia moralità.

Il sospetto delle persone intervistate dai vari giornali è che il fenomeno sia diffuso in tutta la Cina, ma che all’estero sia diverso, ossia che all’uscita da scuola i genitori e i parenti siano decisamente meno numerosi.

Eppure non è necessario spingersi a confronti con paesi lontani: qualcuno spiega che anche in Giappone, che è per vari aspetti simile alla Cina, i ragazzi generalmente tornano da soli a casa. In Giappone infatti i bambini, sin dall’età più piccola, si organizzano da soli per andare insieme a scuola: ma questo è possibile anche perché solitamente la scuola frequentata è la più vicina a casa, e perhcé nei pressi delle scuole ci sono dei rappresentanti dei genitori che sorvegliano il traffico e dirigono i bambini.

Se invece in Cina il “tasso di accompagnatori” è prossimo al 100% per la scuola elementare, vuol dire che per una città media ci saranno centinaia di migliaia di genitori che ogni giorno si mettono in strada due volte, con le inevitabili conseguenze sulla sicurezza stradale e sulla scorrevolezza del traffico.

Se al momento le condizioni non sono tali da lasciare prevedere un cambiamento in tempi brevi, la speranza di una mamma, la signora Peng,  è che col tempo si arrivi a una maggiore sicurezza per la strada, e quindi più tranquillità tra i genitori.

Immagine: galleria della Xinhua