I meme sui “dagongren”

La lingua cinese attuale, oltre all’evoluzione storica originata migliaia di anni fa, sta subendo una sempre maggiore influenza dal linguaggio gergale originato quotidianamente su internet. Nei vari spazi di aggregazine online, in particolare dai forum, possono sorgere e magari affermarsi definitivamente delle singole parole o espressioni. Alcune di queste nascono all’interno della cosiddetta “cultura astratta” (“抽象文化”), a sua volta un neologismo derivato dal nome un canale di intrattenimento legato a contenuti scherzosi e anticonformisti.

Nell’ambito di questa cultura è stata creata l’espressione “dagongren”. In caratteri è 打工人, contrazione di un più corretto 打工的人, e originariamente indica la persona che fa un lavoro dipendente, prevalentemente manuale o comunque a bassa qualifica, tipica dei migranti interni ma anche di ampie fasce di popolazione residenti. Il tipo di lavoro svolto può non essere determinante per la società in quanto a volte si tratta di impieghi saltuari o magari non regolarizzati, che comunque assicurano un reddito di base. La categoria di persone è estesa poi a tutte le figure che si riconoscono negli shechu (社畜), ancora un neologismo di qualche anno fa, stavolta di origine giapponese (“animali d’azienda”) per indicare gli impiegati di primo livello, quelli che hanno paghe più basse, turni più lunghi e minori soddisfazioni professionali.

A partire dal significato letterale di dagongren negli ultimi mesi si è diffuso su internet un uso dell’espressione che sottolinea e mette in ridicolo le condizioni quotidiane dei lavoratori, ben poco considerati socialmente e soggetti a turni o mansioni faticose. Questo tipo di scherzo si è diffuso soprattutto tramite dei meme scambiati sui social network. L’origine è alla fine del 2020, quando il popolare account “抽象带篮子” gestito dal giovane Chen Yi ha iniziato a pubblicare delle immagini umoristche di lui stesso nei panni di una guardia giurata, poi di studente universitario, e di lavoratore saltuario. Chen Yi è molto noto su internet per il tono diretto e sarcastico di affrontare lo stile di vita cinese dei giovani, essendo nato nel 1996.

Come ha fatto notare Chen Yi, il dagongren lavora per troppe ore al giorno, ma questa fatica non va a suo vantaggio, anzi arricchisce il “padrone”. A questa categoria appartengono anche molti giovani che ritengono che le loro prospettive di crescita professionale siano bloccate. Questa lettura è antitetica a quella ufficiale per la quale aumentare il ritmo è il modo più immediato per guadagnare di più e trovare nuove opportunità di carriera in una società estremamente competitiva come quella cinese. Il ribaltamento del senso è attuato grazie al ricorso ai meme visuali, alcuni dei quali riutilizzano vecchie immagini di propaganda alla quale sono aggiunte frasi ironiche dal tono vagamente epico ma in realtà dissacratorio. A volte le frasi hanno due livelli di lettura, uno diretto e relativamente simile a quelli tradizionali, un altro del tutto opposto, che risulta in un effetto comico, specialmente quando si mescola autocommiserazione e autocelebrazione.

Ecco una delle varie immagini più rappresentative. Un’operaia sta tessendo su un telaio a pedale in una scena della Cina agricola di diversi decenni fa. La didascalia dice: “Amica, sei stanca? Se sei stanca è giusto! Il relax va lasciato a chi ha i soldi!”
L’immagine riprende l’iconografia della propaganda del periodo maoista e la frase stessa è il ribaltamento della più consueta “Se sei stanco è giusto, il riposo è per i morti”, che allude al valore costruttivo della fatica. In questo caso invece la fatica non ha nessun valore per la ragazza. Fonte: qua.

Altri esempi alludono al fatto che il lavoro è difficile da lasciare perché le persone comuni ne hanno bisogno come unica fonte di reddito: il senso però può essere anche concreto, nel senso che non si ha tempo di allontanarsi dal posto di lavoro a causa dei turni lunghi. D’altronde un altro slogan ricorda che sebbene il lavoro serva a guadagnare, i turni sono così lunghi che non rimane tempo per spendere i soldi.

In questa immagine di epoca rivoluzionaria sono raffigurati degli operai di varia etnie (la lotta internazionale del proletariato); la frase dice “Le principesse sono mantenute dagli altri, mentre gli fieri dagongren si mantengono da soli. La didascalia contiene anche un gioco di parole, comico anche perché completamente fuori contesto, basato sul suono del verbo “mantenere” (“kao“): “i giapponesi sono konichiwa“.

In questa illustrazione un padre indica ai due figli il classico futuro radioso promesso dall’aderenza ai valori del socialismo. La scritta, visibilmente aggiunta, dice “L’amore ti accompagna solo per un tratto, ma il posto di lavoro è la tua casa per tutta la vita”. Anche qua il manifesto risale al periodo in cui iniziava la meccanizzazioe dell’agricoltura e la promessa di abbondanza. Invece in questo caso la prospettiva di un lavoro per sempre risulta una trappola dalla quale è impossibile liberarsi. Fonte.

Altre versioni dei meme esprimono l’orgoglio di categoria rimarcando le dure condizioni di lavoro che vengono considerate nobilitanti. Per esempio in un’altra immagine si vede una vecchia carriola malridotta che porta dei mattoni di bassa qualità. Una scritta didascalica aggiunge “上班” (“a lavoro”). La sfumatura ironica si può cogliere dal tipo di verbo usato, che di solito è indicato per professioni più legate al terziario, come il lavoro d’ufficio o dei professionisti. In uno scambio di battute su un forum, un utente racconta un episodio (chiaramente inventato) accaduto a lui. La mattina è passato da un controllo al metal detector, che al suo arrivo ha iniziato a suonare furiosamente. Il lavoratore ha allora svuotato le tasche del loro contenuto, ma lo strumento continuava inspiegabilmente a suonare. Quando però l’uomo ha fatto capire di essere un dagongren l’addetta ha capito che il metal detector stava soltanto rilevando la sua “volontà di ferro”, solidarizzando con lui e lasciandolo passare.

Immagine: un modulo compilato al computer. Alla voce “hobby” l’unica scelta possibile è “lavorare”. Fonte: qua.