Perché non tutti tornano

Il Capodanno cinese si avvicina, e la settimana di ferie nazionali è una delle poche occasioni di tornare al proprio paese natale per centinaia di milioni di lavoratori migranti che lavorano in città. Non tutti i migranti però riescono a tornare a casa, a volte a causa della saturazione dei mezzi di trasporto, ma anche per una deliberata scelta.

Un articolo pubblicato sul giornale Yangcheng Ribao illustra alcuni dei motivi che convincono le persone a restare nel luogo di residenza. Ecco un estratto della traduzione.


Come dice il proverbio, “Ricco o povero, per il capodanno torna a casa”, eppure esiste una categoria di persone per le quali la Festa di Primavera è un momento velato di tristezza: molti di loro desiderano tornare a casa dalle famiglie, ma il ritorno è fonte di preoccupazioni. Il fenomeno si è intensificato negli ultimi anni. Su un sito basato a Dongguan è stato pubblicato un sondaggio dal tema: “Perché non torni a casa per il Capodanno?” Al momento la risposta più frequente è “Non guadagno molto, e mi vergogno a tornare” (36,6%), seguita da “Troppo costoso” (30,3%).

Così, mentre la maggior parte dei lavoratori migranti si accalca per conquistare un biglietto di ritorno, altri neanche pensano a tornare. Oltre alle ragioni già esposte, altre motivazioni molto votate sono “verrei obbligato a trovare una fidanzata/fidanzato” (motivo per cui molti giovani si presentano ai genitori accompagnati da un partner che in realtà è solo un attore), “non sono riuscito a trovare i biglietti”, “purtroppo devo lavorare”, ma soprattutto “tornare è troppo stancante”.

Le motivazioni di carattere economico sono quelle che esercitano una maggiore pressione sociale: come spiega une esperto del reparto di psicologia dell’ospedale di Dongguan, le aspettative su chi parte a cercare fortuna altrove sono molto alte, e chi non ha ottenuto il successo sperato si trova in una situazione di disagio.

Per esempio, il giovane Li Guohua racconta di essere l’unico di tre figli che ha completato l’università ed è partito in cerca di fortuna, ma a quattro anni dalla laurea guadagna ancora una cifra appena sufficiente a vivere, mentre i suoi fratelli sono rimasti al paese natale e, nonostante la bassa scolarità, vivono agiatamente. Tornare significherebbe dover rispondere a innumerevoli domande sulla sua condizione economica, e la cosa lo umilierebbe.

Un utente, rispondendo al sondaggio, commenta che la decisione di non tornare è dura in primo luogo per chi è partito, che spesso la sera di Capodanno si ritrova a cenare da solo, e durante la rituale telefonata a casa è costretto a rassicurare i parenti su un benessere che in realtà non ha.

Un’altra esperienza è quella di Peng Ming, originario dello Hunan, che è stato costretto a rimanere a Dongguan a causa della “pressione economica”. Peng Ming spiega infatti che le spese legate al ritorno non si esauriscono nel costo dei biglietti di treno, ma includono soprattutto i numerosi regali in denaro da offrire ai familiari anziani e ai bambini, il tradizionale Yasui Qian. Se si considera che il regalo minimo per i genitori è di 2000 Yuan, per ogni parente più anziano almeno 500 Yuan, per ogni bambino almeno 200-300 Yuan, le spese minime superano già i 5000 Yuan. Inoltre bisogna dimostrare generosità verso tutta la famiglia portando altri regali e offrendo cene in buoni ristoranti, così che il carico economico diventa insostenibile per chi durante il resto dell’anno non riesce a risparmiare a sufficienza.

Anche queste considerazioni però restano nascoste: ai genitori Peng MIng ha raccontato che non è riuscito a trovare un biglietto del treno, e che tornerà probabilmente in un’altra occasione.

Nel sondaggio online il terzo motivo per rinunciare al viaggio è la fatica connessa al passare le feste insieme. Tornare infatti equivale a dovere partecipare a innumerevoi banchetti, cene o visite a vecchi amici, col risultato che ci si stanca molto mentre il tempo che si riesce a trascorrere con i familiari è molto poco. Così un’alternativa è quella di invitare i familiari in città, approfittando delle ferie, e magari andare in vacanza insieme.

Immagine: la stazione di Canton durante una giornata particolarmente congestionata, nel 2008. Il giorno in cui è stata scattata la foto dalla stazione sono partite circa 200 mila persone. Fonte: qua.