Il tasso di matrimoni è in calo

La società cinese da qualche anno va incontro al rischio di una crisi demografica, dovuta in gran parte alle conseguenze della legge “del figlio unico”, che per decenni ha imposto una bassa natalità e per altri versi – per scelta delle famiglie – dalla selezione delle nascite e delle gravidanze, che ha complicato la situazione introducendo anche un innaturale squilibrio tra maschi e femmine.

Nei grafici, forniti dal Dipartimento degli affari sociali ed economici delle Nazioni Unite, si vede facilmente come rispetto al 1950 la popolazione cinese attuale veda una “base” ristretta fino all’età di 25 anni, e come si sia formato un significativo scompenso uomini-donne (evidenziato dallo sporgere a sinistra delle fasce blu oltre la linea tratteggiata).

La flessione relativa della fascia di popolazione nell’età media del matrimonio è una delle cause della diminuzione dei matrimoni negli ultimi anni. Si tratta di un problema che mostra due aspetti: la diminuzione in termini di numero assoluto, e lo spostamento del matrimonio verso età sempre maggiori dei coniugi. Entrambi questi fattori comportano la diminuzione del tasso di fertilità, aggravando il problema e riproponendolo sul lungo periodo.

Come mostrano i dati rilasciati dall’Istituto statistico nazionale e dell’Ufficio di stato civile cinese, dopo una fase di crescita negli anni 2008-2012, il tasso di matrimoni a partire del 2013 ha iniziato a declinare costantemente. Ecco le cifre::

  • 2013: 9,9‰
  • 2014: 9,6‰
  • 2015: 9,0‰
  • 2016: 8,3‰
  • 2017: 7,7‰
  • 2018: 7,2‰

Come si più vedere chiaramente, la diminuzione del numero di matrimoni è costante, con una discesa particolarmente accentuata negli anni 2014-2016, e con un minimo nel 2018. Nel 2018 il numero totale di coppie che si sono sposate in Cina regolarmente ammonta a 10,1 milioni. Tra queste, circa 40 mila (in forte crescita rispetto all’anno precedente) sono costituite da almeno un coniuge non cittadino cinese, perché straniero, oppure cinese espatriato, oppure residente nei territori come Hong Kong, Macao o Taiwan.

A titolo di confronto, si rileva che nel periodo dal 2007 al 2016 il numero di divorzi è raddoppiato, arrivando a 4,15 milioni, in pratica più di un terzo dei matrimoni. Parallelamente, nello stesso periodo è aumentato il numero di secondi matrimoni (3,72 milioni).

Il People’s Daily stesso, che riporta tali dati, si chiede quali siano la ragioni del calo. Una ragione strettamente legata alla demografia deve tenere conto degli effetti della legge “del figlio unico”, che ha comportato la contrazione relativa della popolazione in età da matrimonio.

Inoltre la trasformazione della società da agricola a industriale e post industriale ha comportato per i giovani l’aumento del tempo di studio fino all’università, e il conseguente ritardo nell’ingresso nel mondo del lavoro e nel raggiungimento dell’indipendenza economica. Tutti questi fattori concorrono allo spostamento in avanti del momento in cui è ritenuto ragionevole sposarsi.

C’è però anche una correlazione tra benessere materiale e propensione al matrimonio? Alcuni dati suggeriscono di sì, dal momento che proprio nei centri urbani o nelle province più ricche il tasso di matrimoni sia di parecchio inferiore alla media nazionale.

Intervistato sulle possibili cause della diminuzione dei matrimoni, il dottor Li Songwei, del servizio di informazioni psicologiche del policlinico di Pechino, ritiene una siegazione potrebbe essere il maggiore senso di sicurezza sociale che caratterizza le nuove generazioni. A suo parere, in passato il matrimonio rappresentava – più che adesso – un vincolo fondamentale per conferire stabilità e riconoscimento sociale.

Con lo sviluppo della società moderna e degli attuali sistemi di protezione sociale, alcune delle preoccupazioni di base sono andate diminuite; inoltre, soprattutto nei centri urbani, l’indipendenza economica dei giovani, la presenza di migliori sistemi di assistenza sociale, la vasta libertà di scelta di stili di vita – che si riflette anche sulla libertà nella scelta dei partner – ha reso la decisione di sposarsi decisamente meno pressante ed obbligata che in passato.

Come aggiunge il dottor Zhang Suhui, dirigente dell’istituto di salute mentale di Shijiazhuang, i giovani attuali sono più concentrati su se stessi, risentono meno della pressione e del giudizio della società esterna, e possono ambire a realizzare i propri obiettivi autonomamente.

In base all’esperienza del medico, tra i giovani attuali e le generazioni precedenti vi è una differenza molto significativa nella considerazione del matrimonio e dei rapporti sentimentali. I giovani prediligono la sostanza dei rapporti sentimentali, dando meno importanza alla forma che questi assumono, in sostanza svalutando il valore del “pezzo di carta” quale il certificato matrimoniale.

Un altro aspetto che contribuisce a scegliere di non sposarsi è decisamente più materiale, ovvero il costo pratico della cerimonia, degli abiti e di tutto quanto accompagna i sontuosi matrimoni richiesti dalla comunità dei due sposi. Il dottor Cai Yi, psicologo dell’ospedale n. 2 dello Hunan, spiega che la pressione sociale dell’epoca moderna impone agli sposi una serie di requisiti patrimoniali, primo fra tutti il possesso di un appartamento. Solo che i prezzi degli immobili sono costantemente in crescita, e ciò determina indebitamento con le banche e in generale un importante indebolimento economico.

A questi vanno poi sommati i tradizionali esborsi in denaro collegati al matrimonio, come la dote che la famiglia dello sposo versa alla famiglia della sposa come “compensazione” per l’uscita della ragazza (聘礼). Altri costi importanti sono quelli legati all’organizzazione della cerimonia e dei festeggiamenti. Questi costi già da soli scoraggiano molti giovani dallo sposarsi.

In effetti In base ai dati pubblicati dal sito di economia “中国产业信息”, nonostante il numero totale di matrimoni sia diminuito, il volume d’affari per le imprese che si occupano di organizzazione di matrimoni sta crescendo vistosamente, tanto da avere registrato un fatturato totale di 1,8 mila miliardi di Yuan nel 2018, e da permettere di ipotizzare il superamento dei 2 mila miliardi già per il 2019.

Oltre ai motivi già discussi, che hanno riscontri oggettivi e sono legati a ragioni per lo più economiche, altri fattori che concorrono a rifiutare o posticipare il matrimonio sono anche di tipo psicologico, come una vera paura del matrimonio. Intanto bisogna considerare che non tutte le relazioni sentimentali vengono vissute in modo ideale; l’esperienza dei conflitti e del malessere che li accompagna si riflettono sulla valutazione che viene data al matrimonio come di un passo troppo rischioso.

Il dottor Wei Zhizhong, del centro statale per il counseling psicologico, sostiene che piccole esperienze negative (che siano proprie o di altre persone) fanno cambiare soltanto dei comportamenti quotidiani, delusioni più profonde possono arrivare a modificare la scala dei valori di una persona, fino – in casi estremi – a fare rigettare l’idea stessa del matrimonio.

Immagine: una cerimonia tradizionale in una zona rurale. Fonte: qua, modificata.