“Rompere la porcellana” pechinese

L’inventiva dei cinesi non è molto riconosciuta in occidente; le cause civili per violazione di brevetti e diritti d’autore ne sono la prova. Tuttavia un ambito “creativo” nel quale (alcuni) cinesi si sono specializzati è l’arte della truffa. Come ammettono molti cinesi stessi, i truffatori in Cina sono davvero troppi e troppo agguerriti.

Per limitarsi alle truffe più elementari, un ambito molto variegato è quella automobilistica: il malvivente coinvolge la vittima in un qualche incidente nel quale riporta piccole lesioni oppure danni al proprio mezzo (o ai oggetti personali ); la vittima è poi chiamata a risarcire il malvivente subito e in contanti. La scelta di tecniche è molto ampia, ma tutte hanno come obiettivo di estorcere denaro alla vittima.

Il nome di questo tipo di truffa in Cina è “rompere la porcellana” (碰瓷). Il nome, nel dialetto di Pechino, deriva da una variante pedonale del metodo. Stando alle leggende, furono dei componenti di alcune nobili e decadute famiglie Qing a inventare lo stratagemma della porcellana. Questi, portavano con loro del vasellame in ceramica apparentemente prezioso ma già frantumato e riparato con cura, in modo da non far notare le crepe.

Poi si aggiravano per strade e stradine affollate dei mercati e si facevano urtare appositamente dai carri, lasciando cadere e disintegrare l’oggetto, quindi simulavano disperazione per il danno, vantando il valore economico e sentimentale dell’oggetto. A quel punto i truffatori cercavano di farsi rimborsare il valore dell’oggetto dal conducente del carro. L’accorrere dei passanti metteva in difficoltà e imbarazzo la vittima, che acconsentiva a pagare per evitare rischi maggiori per la propria incolumità.

I metodi per “rompere la porcellana” sono ormai molteplici, e le somme maggiori sono quelle estorte simulando incidenti con il ferimento dello stesso truffatore. Naturalmente il rischio per quest’ultimo è alto, in quanto lo stesso potrebbe subire lesioni gravi oppure essere scoperto e denunciato. Per questo motivo – in un avvitarsi di situazioni criminali – a volte dei malviventi costringono persone in situazione di bisogno economico a farsi investire davvero.

In questi casi, oltre alla vittima della condotta criminale, vi è anche una seconda vittima, il ferito, che si fa visitare in un ospedale solo per poter ottenere un risarcimento, la maggior parte del quale va peraltro a chi lo ha “assunto”. Occasionalmente sono stati registrate strategie ancora più estreme, come il caso di alcuni truffatori che si procuravano autentiche fratture ossee prima di farsi investire dalle vittime della truffa, in modo da farsi riconoscere i danni fisici e riuscire ad esigere indennizzi maggiori.

Gli eredi moderni della “porcellana” sono invece PC portatili, telefonini di marca, occhiali da sole e altri piccoli oggetti facili da rompere. La leva psicologica sulla quale agiscono è che la vittima, pur di risolvere velocemente la questione e di non complicarla ulteriormente, rinuncia a denunciare il fatto alla polizia anche a costo di rimetterci del denaro.

Le varianti degli incidenti da “porcellana rotta” non si limitano a quelli automobilistici, ma possono estendersi anche a piccoli inconvenienti come per esempio farsi calpestare un piede e poi lamentare danni inesistenti da rimborsare con del denaro; il tutto, naturalmente al di fuori di qualunque prova concreta. In altri casi si coinvolgono persino gli animali: il truffatore, una volta avvistato un cane senza guinzaglio, lo attira senza farsi notare dal padrone e finge di essere stato morso. La richiesta è di denaro è viene giustificata con la necessità di acquisto di vaccini antitetanici o altri dispositivi medici.

Una variante prevede che il truffatore lasci inavvertitamente cadere un portafoglio ai piedi della vittima e si allontani fingendo di non essersene accorto; appena la vittima lo raccoglie, le si presenta un complice del truffatore che contendendole il portafoglio finge di cercare con lei un accordo per la spartizione del denaro. Tramite una serie di artifici finisce però col farsi dare del denaro di proprietà della vittima, lasciandola a mani vuote.

L’inventiva cinese va ancora oltre: c’è chi modifica (anticipandole) le indicazioni delle date di scadenza dei cibi, pretendendo dai supermercati rimborsi maggiorati, o chi manomette degli oggetti acquistati e poi si rivolge ai servizi consumatori per farsi indennizzare per danni mai causati.

La legge cinese, a partire dal codice penale, configura tali condotte come reati; in particolare la legge sulle violazioni della pubblica sicurezza (art. 49) li accomuna al furto vero e proprio.

La diffidenza di molti cinesi verso i propri stessi concittadini si può quindi spiegare anche così: infatti capita anche che chi vede una persona in difficoltà o in pericolo non intervenga per timore che sia un tranello, e che l’intervento possa essere sfruttato dall’altra persona per far ricadere sul soccorritore la colpa di eventuali danni.

Immagine: un fotogramma tratto da un video comico, nel quale un anziano si corica per terra e cerca (inutilmente) di convincere un ciclista a dargli del denaro.