Non sei ancora sposato?! 你还没结婚吗?

Sposare: dal latino spondēre (impegnarsi/promettere), indica l’unire in matrimonio due individui come marito e moglie.

L’atto del contrarre il legame nuziale, nella lingua cinese viene espresso principalmente tramite l’uso di tre diversi verbi:

  • 结婚: composto da due caratteri, letteralmente unire/legame (结) e matrimonio/celebrazione (婚), serve per esprimere in modo  generale l’evento dello sposalizio.
  • 嫁: carattere unico i cui componenti sono 女(donna) e 家 (casa/famiglia); l’insieme delle due parti del carattere indica il donarsi come sposa da parte della donna.
  • 娶: composto da  取 (prendere) e 女 (donna); il tutto  descrive il prendere moglie dal lato dell’uomo.

L’utilizzo di termini differenti per indicare la stessa azione, nella qual scelta è il sesso del soggetto della frase a far da discriminante,  non è privo di valore ma è un punto cardine per cogliere quanto certe espressioni linguistiche riproducano concetti e idee standardizzate  e stereotipate tipiche del “senso comune”.

Quando la protagonista dell’enunciato è femminile, il verbo utilizzato (嫁) indica il legame intimo e di vicinanza tra la donna e la casa che nel loro insieme portano allo status di moglie e alla creazione della buona armonia su cui costruire un solido equilibrio domestico.

Quando è la parte maschile che parla, il verbo impiegato (娶) descrive un gesto più concreto: l’uomo che prende/ottiene/acciuffa la donna, e la conseguenza di questo è il divenire marito e la nascita del nuovo nucleo familiare.

Il matrimonio è, di conseguenza, istituzione che regola i rapporti tra i due universi femminile e maschile, attribuendo agli attori in gioco ruoli specifici da interpretare assecondando regole precise per poter raffigurare al meglio il quadretto del nido familiare così come impone la tradizione.

Il maschio afferra la femmina e la conduce all’interno della casa, questo è il presupposto del matrimonio, lei si dona, lui la raccoglie: ognuno incarna il proprio personaggio e riproduce quell’insieme di pratiche e usanze relative a ciò che è insito e scontato già dalla sola scelta del verbo pronunciato per descrivere l’atto nuziale.

Nel comun sentire, ancora al giorno d’oggi, lo sposarsi è considerato alla stregua di un dovere, una tappa imprescindibile nel percorso individuale e affettivo di ciascuno. Non è un caso che la domanda Sei sposato? è la prima che viene rivolta all’interlocutore nel corso di una conversazione, appena dopo il saluto.

La realizzazione personale del sé, ai propri occhi ma soprattutto agli occhi altrui, passa attraverso alcune tappe obbligate socialmente riconosciute, tra le quali, il matrimonio e la nascita di un erede sono le due principali.

Le famiglie, soprattutto nelle zone rurali, partecipano al percorso che conduce al matrimonio dei suoi componenti, occupandosi di trovare un compagno/a ai figli, vagliando tra conoscenti, amici e colleghi l’opzione più adatta al raggiungimento, in tempi rapidi, dello scopo. La sfera strettamente affettiva poco incide nelle valutazioni sul da farsi, il matrimonio è accordo, patto, intesa, tra famiglie e coniugi stessi, un sorta di mutuo soccorso che necessita di basi solide e stabili, durevoli nel tempo, per poter essere supporto concreto al percorso di vita di ciascuno.

Le emozioni sono tendenzialmente di natura effimera e volatile, possono essere transitorie, oggetto di fluttuazioni sia positive che negative, il che espone al rischio di minare l’equilibrio su cui costruire la propria quotidianità, soprattutto in condizioni di precarietà e incertezza tipiche degli appartenenti a classi sociali non abbienti. Trovare il partner adeguato in vista del matrimonio significa raggiungere quell’ideale di famiglia che è esso stesso nella sua essenza l’obiettivo da perseguire. Prediligere la parità di condizioni (i cosiddetti 条件), di lavoro / status / istruzione è ritenuto una forma di garanzia sul buon andamento dell’armonia futura. La disparità, a qualsiasi livello riscontrata, è verosimile fonte di minaccia, avvisaglia di un’instabilità che se si manifesta può portare alla rottura dell’asse familiare su cui si basa la sussistenza di tutti i suoi membri.

L’happy ending non sta nel trovare la dolce metà ma nel rintracciare il tassello che si inserisce a puntino nel puzzle del nuovo nucleo familiare: è questo il vero tesoro per cui lottare, che una volta raggiunto, assicurerà la giusta ricompensa, ovverosia la tranquillità di un ordine che fa da orizzonte alle esistenze di ciascuno.

La novella del principe che sposa la contadinella non ha per il momento trovato terreno fertile per attecchire in Cina, dove rimane prevalente la visione pragmatica e realistica del matrimonio rispetto a una concezione astratta e fiabesca dell’amore, che rimane confinata al mondo virtuale in cui sempre più persone si stanno rifugiando per rinvenire una dimensione, paradossalmente, più umana e affettuosa dei loro sentimenti.

荣晶玲

Immagine: una giovane coppia di sposi, modificata da qua; licenza CC BY-SA 2.0.