La festa del Songkran

Una delle ricorrenze più sentite nel sud est asiatico è la festa del Songkran, il capodanno buddista, che viene celebrato ogni anno dal13 al 15 aprile. Si tratta di una festa particolarmente importante in Thailandia, ma viene celebrata anche in Cina, in particolare presso le minoranze dello Yunnan come i Dai. Il nome cinese è “宋干节” (songgan jie, dal sanscrito), ma viene comunemente chiamata “泼水节” (poshui jie, festa “del lancio dell’acqua”).

Come molte altre feste di natura religiosa, anche questa negli anni recenti sta perdendo parte del carattere sacro per acquistare una valenza commerciale e turistica, in particolare perché il momento culminante delle celebrazioni consiste nel lanciarsi reciprocamente dell’acqua, in una purificazione augurale e collettiva. Questa cerimonia, organizzata in modo molto spettacolare nello Yunnan, attira migliaia di turisti ogni anno.

Un articolo sul sito Eqxiu racconta il significato e le attività che si svolgono durante i tre giorni.

Il primo giorno è chiamato “del grano”, corrisponde all’ultimo giorno dell’anno vecchio, ed è dedicato a disfarsi di quanto è vecchio. Tradizionalmente si trascorre pulendo e mettendo in ordine la casa, preparando i pasti per i giorni di festa, e partecipando ad attività pubbliche come le rappresentazioni teatrali.

In questo giorno i fedeli offrono a Buddha fiori freschi e foglie verdi ed eseguono un rito di pulizia e purificazione del Buddha, con la preghiera agli antenati perché nel nuovo anno proteggano i loro discendenti. Terminato il rito di lavaggio iniziano i lanci d’acqua tra le persone, che si inseguono festose per le strade con ogni tipo di contenitore pieno d’acqua.

È anche un’occasione per i ragazzi e le ragazze non sposate di incontrarsi e di coltivare le loro relazioni. Per questo viene organizzato il gioco del “lancio della borsa”, una specie di lancio del bouquet collettivo, in cui i ragazzi e le ragazze, organizzati per file, si lanciano delle piccole sacche riccamente decorate in segno di intesa.

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Il secondo giorno è chiamato “il giorno vuoto”, in quanto viene considerato un giorno di transizione tra il vecchio anno e il nuovo, senza però appartenere ad alcuno de due. Anche questa giornata si rende omaggio a Buddha e si svolge la cerimonia del lancio dell’acqua augurale. Ci si lancia acqua insieme, simboleggiando così lo scambio degli auguri e dei buoni auspici.

Il terzo giorno è il capodanno effettivo, e vi si svolgono ancora attività come le caratteristiche danze tradizionali con gli abiti più appariscenti. In questa giornata, quella conclusiva, si svolge la gara delle barche drago, al suono di percussioni e trombe. Arrivata la sera vengono lanciati dei razzi costruiti con dei fusti di bambù riempiti con polvere da sparo. Chi riesce a far arrivare più in alto il suo razzo riceve un premio.

La fase più attesa è quella del lancio dell’acqua, che viene attinta dai pozzi e nella quale vengono sparsi dei fiori per profumarla. In un primo momento si intingono dei rametti nei secchi e con essi si spruzzano delicatamente le persone più autorevoli o anziane, poi si passa a lanciare quantitativi maggiori sui familiari o le persone con le quali vi sono legami più forti. VIsto che la felicità augurata è proporzionale alla quantità di acqua che si riceve, col passare del tempo è stata introdotta l’abitudine di lanciarsi gli uni con gli altri intere secchiate d’acqua, di utilizzare delle pistole ad acqua o altri giocattoli ancora più potenti.

Un altro momento importante è quello del ballo, che si svolge nella piazza dei vari villaggi, e al quale partecipano uomini e donne di tutte le età, suonando gong e altri strumenti a percussione, e riunendosi in folti gruppi che girano per le case ad augurare il buon anno.

Immagini: 1. Il lancio dell’acqua (fonte); 2. Le borsette lanciate dalle ragazze (fonte).