Popolazione cinese e ipertensione

 

Grazie al miglioramento della qualità della vita di gran parte della popolazione cinese, lo stile dell’alimentazione si è evoluto notevolmente negli ultimi decenni, aumentando non solo le razioni, ma arrichendo la composizione stessa delle pietanze. Il raggiungimento di un migliore tenore di vita è senza dubbio un traguardo positivo, però ad esso si sono accompagnate altre trasformazioni delle abitudini, prima di tutto un aumento della sedentarietà. Questa, insieme ad altri fattori comporta aumento di peso e di pressione sanguigna.

Come riporta il sito 163.com, in questi giorni sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet” è stato pubblicato un vasto studio sulla pressione sanguigna tra la popolazione cinese. La ricerca ha preso in esame l’andamento della pressione di 1,7 milioni di adulti cinesi nella fascia di età tra 35 e 70 anni. I risultati della ricerca sono allarmanti: in quasi la metà del campione è stata riscontrata ipertensione, inoltre meno di un terzo si sta sottoponendo a cura, e solo un 5% è riuscito ad ottenere un effetto positivo.

In base alle statistiche elaborate dal Centro cinese per il prevenzione e controllo delle patologie croniche, le patologie coronariche rappresentano la principale fonte di pericolo per la salute in Cina: se si eccettuano i problemi connessi all’invecchiamento della popolazione, il 45% dei decessi da patologie delle coronarie sono dovuti all’ipertensione e a complicazioni legate ad essa.

Come mostra l’infografica pubblicata dal sito 163.com, l’assunzione di sale supera il doppio del fabbisogno, e questa è una causa diretta di ipertensione. Un’altra immagine mostra la ripartizione tra uomini e donne: le donne rappresentano la maggioranza, circa il 60%.

Per quanto riguarda l’età si nota che l’acuirsi della patologia è più frequente nelle fasce a partire dai 50 anni. Il reddito sembra influire in modo minore, ma tra i malati più gravi la percentuale di persone a basso reddito (25,4%) è maggiore rispettto ai non affetti. Questa tendenza si ripete esaminando il livello di istruzione: la patologia è più diffusa e accentuata tra le fasce di popolazione con scolarizzazione inferiore. Per esempio, tra i malati di grado superiore al secondo, il 51,2% è costituito da persone con la sola licenza elementare o meno. La distribuzione geografica si mantiene invece relativamente omogenea tra le varie regioni (occidentale, centrale e orientale).

Tra gli adulti l’incidenza dell’ipertensione aumenta con l’età: nelle fascie di età maggiori di 45 anni la frequenza è sempre maggiore del 10%, ma il picco si raggiunge negli ultrasessantenni. Le statistiche mostrano che la frequenza massima (21%) si verifica proprio nella fascia tra 60 e 64 anni, e che nella fascia tra 65 e 69 anni si raggiunge comunque il 17,3%. Il problema è maggiormente evidente nelle zone rurali, infatti il 63,1% dei malati abita in piccoli villaggi, contro il 26,1 relativo ad abitanti dei centri maggiori.

La credenza popolare che l’ipertensione sia una malattia “da ricchi” è smentita dai dati, in quanto le percentuali maggiori di malati sono proprio tra le fasce di popolazione a reddito medio, tra i 10000 e i 50000 yuan all’anno.

Nonostante i dati allarmanti, la consapevolezza della malattia, dei rischi connessi e delle cure è molto ridotta: tra il 45% dei malati, compreso il gruppo con gravità maggiore, solotanto il 36% è a conoscenza del suo stato di salute. Il problema è che la patologia non ha ricevuto finora sufficientemente attenzione da parte della popolazione, in modo che anche persone informate sul proprio stato di salute non ricorrono alle cure.

Solo il 22,9% delle persone malate infatti ricorre a cure farmacologiche, per la maggior parte assumendo un solo farmaco, e non riuscendo così a contrastare il fenomeno. In particolare i giovani maschi, una delle categorie meno interessate dalla malattia,  non prestano la dovuta attenzione: i ricercatori hanno evidenziato che le fasce di maschi di età minore, a basso reddito e non ancora definitivamente diagnosticati, sono quelli che più facilmente non si rendono conto degli effetti della patologia e che rischiano di disinteressarsi alle cure e quindi alla risoluzione del problema.

Tra i fattori chiave della diffusione dell’ipertensione nella società cinese attuale si possono considerare l’invecchiamento della popolazione e l’inurbamento, l’alimentazione di qualità scadente e le abitudini di vita spesso ben poco salubri. Uno dei fattori di rischio più importanti è l’obesità: tra i malati, la percentuale di persone sovrappeso raggiunge il 22,5%. Il grasso, accumulandosi nei vasi sanguigni, ne riduce la  portata facendo aumentare la pressione.

Altri elementi da non sottovalutare sono il consumo di alcool e di sigarette, con i loro effetti negativi sulla circolazione. Anche in questo caso le proporzioni mostrate dalle statistiche sono evidenti: tra le persone affette da ipertensione i fumatori sono il 19,9%, e i grandi consumatori di alcool il 25,9%.

Lo stesso consumo di sale, uno degli ingredienti immancabili della cucina cinese, è responsabile dell’innalzamento della pressione a causa del suo contenuto di sodio. In base alle raccomandazioni dell’OMS la razione giornaliera non dovrebbe superare i 5 grammi, tuttavia l’assunzione media in Cina raggiunge i 12 grammi, con punte di 18 grammi nelle provincie settentrionali.

Bisogna anche ammettere che alcune delle cause dell’ipertensione sono legate a fattori ambientali di tipo socioeconomico, e questo spiega in parte le differenze di incidenza e di consapevolezza tra le varie province cinesi.

La presa di coscienza sugli scorretti stili di vita e di alimentazione dovrebbe mettere in allarme diverse categorie di persone, tuttavia  in molti alle intenzioni non fanno seguire alcuna contromisura, oppure fanno ricorso a trattamenti legati a credenze tradizionali, ma senza fondamento medico.

Immagine: una pubblicità per il “Giorno nazionale contro l’ipertensione”. Fonte: qua, modificata.