手提包: 包 (bao) pacco, borsa – 提 (ti) sostenere, portare – 手 (shou) mano; tre semplici caratteri che accostati formano il sostantivo indicante la borsetta tipica dell’abbigliamento delle signore.
A tracolla, con le paillettes, di marca, rigida, a sacco, con strass, di tessuto, morbida: le tipologie e le combinazioni esistenti sono pressoché infinite. Tra grandezza, materiale, decorazioni, formato e design, non si può certo dire che qualcuno possa rimanere insoddisfatto, anche le donne più esigenti e incontentabili scorgono nel mucchio sul mercato il modello a loro più consono, per completare la loro mise con l’accessorio più diffuso e amato dopo scarpe e gioielli.
In Cina, come in Italia, le vetrine dei negozi, le bancarelle dei mercati e migliaia di siti internet stuzzicano quotidianamente la bramosia di possedere borsette dalle forme sempre nuove, da quattro soldi o da perderci uno stipendio, dai colori talvolta sgargianti talvolta pastello, minuscole per le occasioni e simil-valigie per andare al lavoro: statene certi, l’offerta è talmente vasta che la domanda non potrà che trovare riscontro, e qualsivoglia individuo troverà ciò che gli calza a pennello.
Non si può certo ridurre a un semplice contenitore di oggetti, la borsa è scrigno di tesori tangibili e non, è cofanetto portatile di ricordi ed emozioni, e non ultimo è icona di vanità e bellezza, rispecchiando in tutto e per tutto personalità e carattere di chi se la scarrozza in giro.
Chi la scarrozza in giro: alt. Fermiamoci un secondo. Quando si parla di borsetta, la prima immagine che giunge ai nostri occhi è quella di una signorina che ne tiene i manici tra le dita o che lascia accarezzare la propria corporatura dal suo appoggiarsi su spalle e busto.
E qui sta la sorpresa: per le strade delle città cinesi, è frequente veder passeggiare coppie di giovani fidanzati, che parlano, camminano fianco a fianco, a volte (rare!) si tengono per mano; ma la differenza sostanziale coi loro simili italiani ruota proprio attorno alla borsetta. Che sia rosa, con le perline, con stampe di Hello Kitty, disegni di bamboline o a pois poco importa: la spalla a sorreggerla o la mano ad imbracciarla non è quella della ragazza, bensì quella del suo compagno.
Per un occhio occidentale, la scena è disarmante, buffa e inverosimile, ma per una persona cinese, non c’è davvero nulla di cui stupirsi. Questo è un chiaro segnale di un corteggiamento in atto.
Durante il percorso che conduce al matrimonio (bisogna tenere a mente quanto la questione del conoscersi e del frequentarsi sia presa sul serio in Cina), i giovani devono utilizzare il loro tempo, sempre poco, per capire se la persona su cui stanno investendo è quella giusta, quella adatta al proprio profilo. Vista la penuria di fanciulle in età da marito e lo smisurato numero di ometti single, chi di loro riesce ad accaparrarsi una preda, deve cercare con le unghie e con i denti di non lasciare che essa si lasci circuire da qualche altro cacciatore.
Ecco che quindi l’uomo virile, forte e sicuro, si tramuta in un orsacchiottino a disposizione della compagna, accontentandone i capricci, sopportandone i cambi d’umore e supportandola in tutti i modi possibili. Evitare che la giovine futura sposa porti un peso sulle spalle che possa in qualche modo affaticare il suo corpo è considerata galanteria pura. Di lì a vedere bizzarre pochette tra le mani di giovani cinesi il passo è breve, e lo spettacolo è davvero tragicomico. I maschi, che fin dall’infanzia, son cresciuti a riso e virilità, si trovano loro malgrado a portare a spasso una doppia immagine, quella del sesso forte tutto vigore, autorità, robustezza, con l’alter ego disponibile, servizievole e compiacente nei confronti delle richieste dell’amata.
Almeno finché il rapporto non si tramuta ufficialmente in legame tra marito e moglie, l’uomo deve spendere molte energie per conquistare fiducia e cuore della controparte femminile e della sua cerchia familiare.
Se per apparire “cavaliere” in Italia, l’uomo apre la portiera della macchina, paga il conto al ristorante e regala fiori e cioccolatini; in Cina porta la borsetta, striscia la carta di credito su richiesta e garantisce protezione 24 ore su 24.
Come si può immaginare l’uomo che non deve chiedere mai con una borsetta tutta lustrini e paillettes a tracolla?
Nella patria della moda non è neppure lontanamente pensabile, mentre nella terra mandarina l’uomo manichino non è percepito come una contraddizione di termini, ma come un garbato gentiluomo, perfetto accompagnatore della sua dolce metà.
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Immagine: fonte, modificata.