Attenzione! – 注意 – 小心

La parola italiana attenzione, dal latino attentio –onis, deriva dal verbo attendĕre ovvero indirizzare la mente, l’attirare l’animo su un fenomeno, un oggetto.

Si utilizza come esortazione o richiamo (fai attenzione! stai attento!) oppure per esprimere un sentimento di cortesia e premura (ricevere attenzione, grazie per l’attenzione).

In entrambi i casi l’attenzione determina un’esperienza, consente di fissarne i dettagli e comprenderne il senso. Essendo uno stato mentale, il suo livello cambia, a volte anche inconsapevolmente, modificando di fatto la capacità della mente di elaborare stimoli e sensazioni. 

In cinese ci sono due diverse espressioni per rendere specifica l’accezione che si vuole dare a questo termine.

注意 (zhùyì)letteralmente traducibile con prestare attenzione, e 小心 (xiǎoxīn), più assimilabile all’espressione abbi cura. Anche se in alcune circostanze sono intercambiabili, ciascuno ha una propria peculiarità.

注意 è composto da:

  • 注 (zhù), verbo indicante l’azione di inserire, concentrarsi, prestare attenzione, registrare, annotare; ma è anche un classificatore per somme di denaro.
  • 意 (yì), sostantivo con il significato di idea, intenzione.

Nell’insieme, 注意 indica sia l’atto di prestare attenzione che quello di prendere nota (trascrivere un qualcosa), sottolineando l’aspetto legato al ricordo e alla fissazione nella memoria di quanto si percepisce.

Quando si usa questo termine, la mente è presente al momento che si sta vivendo e seleziona tra gli stimoli che la sollecitano.

Ad esempio, di fronte ad un pericolo si utilizza la frase 注意安全 (zhùyìānquán), “Stai attento!”, come a ricordare che in quella situazione generica va attuato un certo comportamento.

Il fatto che questo termine possa descrivere l’azione di annotare richiama il fatto, come nell’italiano “prestare attenzione”, che l’attenzione sia un capitale a disposizione, da impiegare o spendere per gestire al meglio il nostro vivere quotidiano.

小心 (xiǎoxīn), invece si riferisce non tanto alla registrazione di quel che ci circonda, quanto alla necessità di essere vigili e pronti a reagire alla realtà del momento.

  • 小 (xiǎo), aggettivo che indica piccolo, giovane, poco
  • 心 (xīn), sostantivo traducibile con cuore, mente, intenzione

Nella sua composizione questo carattere fa riferimento al focalizzarsi sull’esperienza, evitando distrazioni.

Il prendersi cura, la premura e il riguardo verso qualcosa, oggetto, persona o fenomeno, richiedono un’attenzione di livello elevato e consapevole che può essere equiparata alla concentrazione. Non per memorizzare qualcosa, ma per poterla maneggiare nel momento in cui si presenta.

Un esempio di utilizzo è quando si attraversa la strada, o quando si affronta un imprevisto potenzialmente fonte di rischio.

Anche la lingua italiana utilizza verbi diversi per sottolineare le sfumature insite in un’osservazione fine ed accurata. Si va dai verbi che indicano azioni concrete mettere-ricevere-fare attenzione, a quelli che rimarcano una condizione teorica essere-prestare-avere attenzione.

L’attenzione è una risorsa ampia con risvolti diversi, necessaria per muoversi in un ambiente e riconoscerne i segnali al fine di evitare pericoli e cogliere le opportunità.

Forse anche come il pensiero decide di prendere forma nel linguaggio è da tenere in considerazione.

Immagine: una goccia d’acqua che invita a stare attenti al pavimento bagnato. Fonte: qua, modificata.