“Area C” anche a Pechino

La diffusione delle automobili private in Cina è un fatto recente, ma la crescita economica e le mutate necessità connesse al lavoro ne hanno determinato un incremento rapido e massiccio in quasi tutte le aree urbane. In particolare l’aumento del  numero di automobili in molte città è stato tale da aver creato condizioni di forte traffico quasi permanente; la situazione si complica ulteriormente in occasione delle festività, quando si formano ingorghi di proporzioni colossali anche sulle autostrade. Nel 2010 per esempio sull’autostrada Pechino-Tibet si formò una coda di quasi 100 chilometri e che impiegò giorni interi per sciogliersi.

A Pechino le condizioni del traffico sono complicate dalla proporzione enorme della città, che conta oltre 21 milioni di abitanti. Così la municipalità ha stabilito di introdurre una sperimentazione di un sistema di pagamento a pedaggio per le auto che circolino nella zona centrale. L’entità dipenderà dal numero di zone attraversato e da quante volte si accede all’area in questione, secondo un metodo che si rifà ad analoghe esperienze a Londra e Singapore, oppure all’Area C di Milano.

Anche se l’opinione pubblica è consapevole della necessità di diminuire il traffico e l’inquinamento correlato, questa misura, pensata per alleggerire il carico di smog e il sovraccarico del sistema viario, ha scatenato una forte opposizione tra i cittadini, molti dei quali la ritengono costosa ed inefficace. Un’infografica pubblicata su Baike illustra la situazione del traffico a Pechino.

La capitale è la città cinese nella quale il traffico è il più lento, tale da obbligare i pendolari a raddoppiare il tempo di percorrenza per recarsi a lavoro. Dato l’aggravarsi progressivo del problema, negli ultimi anni la municipalità di Pechino ha attuato una lunga serie di contromisure, a partire da un sistema di targhe alterne avviato nell’ottobre 2o08 a regole più restrittive per la circolazione dal 2010; nel 2011 è entrata in vigore la pratica di concedere la targa dell’auto mediante un sorteggio pubblico a numero chiuso tra i richiedenti.

Inoltre a partire dal 2014 sono state modificate le regole per i mezzi provenienti da fuori città, abolendo i permessi di transito di lunga durata e abbreviandone la validità a una settimana, e limitando quasi del tutto il transito in molte delle arterie centrali. Ma bisogna considerare che i veicoli immatricolati a Pechino nel solo 2011 avevano raggiunto la cifra di 240 mila unità e che nonostante un rallentamento del tasso di crescita, il totale delle auto di proprietà nel 2015 ha raggiunto circa 5,6 milioni.

Tra le cause del traffico bisogna anche considerare l’esigenza di movimento dei residenti: la popolazione di Pechino nel 2013 ha superato i 21 milioni di abitanti, ma circa la metà della sua popolazione abita in aree residenziali all’esterno della “quinta circonvallazione“, e ciò significa che ogni giorno circa dieci milioni di persone si spostano verso il centro per poi ritornare indietro la sera.

Strade di Pechino
Mappa stradale di Pechino in tempo reale: il rosso indica gli ingorghi. Per avere un’idea delle proporzioni, la larghezza dell’area qui raffigurata misura circa 50 km. Fonte: qua.

Se però si confronta la quantità di mezzi di Pechino con quella di altre città che hanno adottato un pagamento per l’accesso, come Londra o Singapore, si nota che né il numero totale né la “densità” di mezzi  in circolazione sia eccessiva rispetto alle controparti, tuttavia una peculiarità di Pechino consiste nel fatto di basare gran parte della sua circolazione su strada, determinando un preoccupante intasamento delle vie stradali.

La bassa efficienza del trasporto pubblico su gomma deriva dall’insufficienza del sistema di trasporto pubblico oltre che da una generale inefficienza del sistema viario e della sua progettazione, tutti fattori che accelerano il peggiorare delle condizioni del traffico. Il particolare a Pechino la metropolitana ha un’estensione non adeguata, tanto che il numero di persone che si sposta su mezzi pubblici di superficie è tre volte superiore.

Al momento non è ancora chiaro quale sarà il criterio per stabilire il pagmento, ma verosimilmente sarà basato sulle zone attraversate o sul numero di ingressi. Si stima quindi che il prezzo possa oscillare dai 20 ai 50 Yuan al giorno. Calcolando in media un ingresso settimanale per ogni mezzo, anche alla tariffa minima ipotizzata dagli esperti, si arriverebbe ad un incasso di 5,6 miliardi di Yuan  annui.

Il pagamento di una quota per l’accesso ha allarmato molti automobilisti con la minaccia di pagamenti eccessivi, in quanto il possesso di un’automobile a Pechino è economicamente gravoso e vicino all’8% del reddito medio, un valore considerato da alcuni studiosi come soglia massima oltre la quale il possesso di un’auto diventa difficile da sostenere. Visto che già oggi molti proprietari superano questa soglia, un ulteriore e ingente aggravio potrebbe essere determinante nella scelta di rinunciare del tutto al possesso di un’auto.

Immagine: targhe illegali sequestrate dalla polizia e tagliate. Fonte: qua.