Liberalizzati i domini .cn e .中国

A partire dallo scorso 29 maggio è entrato in vigore il nuovo regolamento sulla registrazione dei domini emanato dal Centro Informazioni Nazionale per la Rete Internet (CNNIC). La novità più rilevante è che adesso anche le persone fisiche potranno fare richiesta di aprire un sito internet con dominio di primo livello “.cn” o anche “.中国”.

In particolare è stato modificato l’articolo 14 del regolamento, che adesso afferma che “qualunque persona fisica o organizzazione autonoma soggetta a responsabilità civile può richiedere la registrazione ai domini di primo livello interessati dal regolamento”; in sostanza, la possibilità di registrazione, fino a poco tempo fa riservata alle sole aziende, è stata estesa alle persone fisiche.

I dati mostrati dal CNNIC mostrano che alla fine dello scorso anno i siti cinesi erano quasi 2 milioni e 300 mila, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Questa crescita viene letta come sintomatica della trasformazione delle persone da fruitori unilaterali di informazione a produttori di informazione e quindi creatori di valore. Inoltre, già alla fine dell’anno scorso, quasi 200 milioni di utenti cinesi di internet (il 37,8% del totale) hanno effettuato acquisti online.

Il vicedirettore del CNNIC, Ren Qilin, sostiene che l’apertura alle persone fisiche incrementerà l’utilizzo delle applicazioni di posta elettronica e il commercio elettronico, facendo da volano alle start-up; inoltre fornitori di applicazioni potranno allargare l’offerta di servizi nei quali si potrà utilizzare il dominio .cn.

Altri dati mostrano che nel 2011 il numero di utilizzatori di sistemi tradizionali di comunicazione si è ridotto: per esempio, gli utilizzatori di email sono diminuiti di quasi 4 milioni di persone, passando dal 54,6% al 47,9% degli utenti. La riforma del nome a dominio, autorizzando a registrare nomi propri o scelti liberamente, potrebbe invertire questa tendenza.

A questo proposito è stato sollevato il dubbio che la liberalizzazione possa far moltiplicare fenomeni di cybersquatting; Ren Qilin tuttavia si mostra ottimista, e sottolinea che la riforma non modifica i requisiti dei domini. D’altra parte – sostiene – il nome a dominio è libero in molti Paesi del mondo, e questo non causa necessariamente una crescita anomala del numero di registrazioni.

Fonte: www.dfdaily.com/html/136/2012/5/29/798903.shtml