Alzatevi! 起来!

Iniziamo con il Canto degli Italiani (意大利人之歌)

Fratelli d’Italia,
L’Italia s’è desta;
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma;
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte!
Siam pronti alla morte;
L’Italia chiamò.

Al Canto degli Italiani (meglio conosciuto come Fratelli d’Italia o Inno di Mameli), risponde La marcia dei volontari义勇军进行曲 (yìyǒngjūn jìnxíngqǔ).

 

起来!

不愿做奴隶的人们!
把我们的血肉, 筑成我们新的长城!
中华民族到了最危险的时候,
每个人被迫着发出最后的吼声. 起来! 起来! 起来!
我们万众一心,冒着敌人的炮火前进!
冒着敌人的炮火前进!
前进! 前进, 进!

Alzatevi!

Gente che non vuole essere schiava!

Con carne e sangue nostri, costruiamo la nostra nuova Grande Muraglia!

Per il popolo della Cina giunge il momento più pericoloso.

Tutto il popolo costretto a levare l’ultimo grido:

Alzatevi! Alzatevi! Alzatevi!

Mille corpi con un cuore.

Contro i cannoni nemici: avanti!

Contro i cannoni nemici: avanti!

Avanti! Avanti! Avanti!


L’inno nazionale cinese è di recente composizione, la sua origine è datata 1935.

Le parole sono del commediografo Tian Han e la musica di Ni Er.

Motivo conduttore del film “Giovani eroi”, accompagnava la descrizione dell’impegno di alcuni giovani, che bandite paure ed esitazioni, si lanciarono in prima linea nella lotta antigiapponese.

Proposto nel 1949 come inno nazionale, la ratifica definitiva arrivò il 14 marzo 2004, nel corso della seconda riunione plenaria della decima Assemblea Popolare Nazionale, dove con il progetto di revisione della Costituzione, fu stabilito anche che la Marcia dei Volontari sarebbe stato ufficialmente assunto come inno della Repubblica popolare cinese.

Come nella maggior parte degli inni nazionali, il richiamo all’unità collettiva e alla disponibilità al martirio, sono gli elementi fondanti di quell’amor per la patria richiesto alla popolazione.

Stringiamoci a coorte! Siam pronti alla morte Mille corpi con un cuore. Contro i cannoni nemici: avanti! differiscono nella forma, ma non nella sostanza.

Con parole d’impatto ed espressioni inneggianti la sofferenza, si sottolinea la sacralità della morte per una causa di primaria importanza: la collettività. L’individuo deve essere disposto a donare la propria vita in vista del bene della comunità.

La guerra al nemico e la protezione del proprio territorio e delle proprie genti assumono un carattere salvifico negli inni nazionali.

Fratelli d’Italia — Per il popolo della Cina il riferimento è ad una pluralità, il singolo perde rilievo dinanzi alla cosa pubblica.

Oltre agli aspetti comuni riscontrabili in tutti gli inni, dal punto di vista culturale, vale la pena di riflettere nello specifico sui casi italiano e cinese.

Il richiamo alla fratellanza e all’unione in un paese come l’Italia dove la cura esclusiva del proprio orticello è peculiarità insita a ciascun individuo, fa quanto meno sorridere. Sono remoti i tempi in cui nelle scuole, la prima cosa che veniva richiesta agli studenti al mattino era cantare l’inno di Mameli con una mano poggiata sul cuore a garantire la propria fedeltà alla Repubblica.

Recentemente pare che il momento in cui l’italianità si riscontra in modo più palese e visibile sia durante le partite della nazionale di calcio, nelle quali ci si premura, oltre di cantare l’inno a squarciagola, anche di rispolverare dal ripostiglio la bandiera tricolore, da sventolare ai quattro venti in caso di vittoria.

Mentre per un paese conosciuto nel mondo come sinonimo di bocche cucite e ligia obbedienza come la Cina, pare significativo soffermarsi qualche istante sull’espressione richiamata in diversi punti della Marcia dei Volontari: 起来!, Alzatevi!

Anche se nel testo dell’inno si chiede cuore, partecipazione e sacrificio per la causa patriottica, la parola Alzatevi! ripetuta più volte, è un incitamento all’azione, non ad una sudditanza statica e silenziosa.

E come per tutte le forme di esortazione, i promotori di una spinta non possono controllarne l’effettiva portata, visto che le conseguenze di uno stimolo dipendono in gran parte dalla reazione dei singoli individui sollecitati.

Se l’Italia riuscirà a ricostruire quel senso di appartenenza e solidarietà del vecchio detto l’unione fa la forza, e se la Cina riuscirà a lasciare un reale spazio di pensiero ed espressione alla sua popolazione, sono dilemmi di ardua previsione.

Non resta che vedere cosa accadrà in futuro.

Immagine: l’alzabandiera davanti alla Città Proibita. Fonte: qua, modificata